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gliori ispirazioni gli uscivano dall'albergo Rambouillet. Vedete Zelida e Alcidalea.
— In quanto a me, — disse Aramis, avvicinandosi a] circolo e salutando rispettosamente la signora di Chevreuse, che gli rispondeva con un grazioso sorriso; — ic lo accuserei ancora d'essere stato troppo libero coi grandi, Ha commesso delle mancanze verso la signora principessa, ed il signor maresciallo d'Albret, il signor di Schomberg e la stessa regina.
— Come la regina? — domandò Scudéry, avanzando h gamba destra come per mettersi in guardia. — Per bacco non lo sapevo questo. E come mai ha mancato di. rispetto a Sua Maestà?
— Non conoscete voi dunque la sua opera : Io pensavo i
— No, — disse madama di Chevreuse.
— No, — disse madamigella di Scudéry.
— No, — disse madamigella Paulet.
— In fatti, credo che la regina l'abbia fatto sapere a po che persone ; ma io lo so da fonte sicura.
— E come lo sapete?
— Mi pare di ricordarmi.
— Sentiamo, sentiamo, — dissero tante voci.
— Ecco in quale circostanza fu fatta la cosa, — diss< Aramis. — Il signor di Voiture era nella carrozza della re gina, che andava a passeggio con lei nella foresta di Fon tainebleau; fece finta di pensare, perchè la regina gli do mandasse a cosa pensava, domanda che non mancò di fargli
— A che cosa pensate, dunque, signor di Voiture? — domandò Sua Maestà.
Voiture sorrise, fece mostra di riflettere cinque second in modo che si credesse che improvvisasse, e rispose:
Pensavo che il vostro destino, Dopo tante ingiuste disgrazie, Giustamente v'ha coronata Di gloria, d'onori, di grazie; Ma che voi siate più gioiosa Come eravate, Maestà mia, (Non vorrei dire amorosa!... La rima lo vuol tuttavia).
Scudéry, Ménage e la signorina Paulet alzarono le spalle
— Aspettate, aspettate, — disse Aramis, — vi sono tr strofe.
— Oh! dite tre versetti, — disse la signorina di Scu déry, — è tutt'al più una canzone.