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U- Sarò dunque soldato! — esclamò il giovine; — oh, tenore, ve ne ringrazio di tutto cuore! 6 Addio, conte! — disse l'abate d'Herblay; — rientro nel mio convento.
__ Addio, abate ! — disse il coadiutore ; — domani predico, e questa 6era ho venti tesi da consultare.
__ Addio, signori, — disse il conte; — io pure vado a dormire ventiquattr'ore di seguito, poiché non ne posso più dalla stanchezza.
Tutti e tre si salutarono e scambiarono fra loro un ultimo sguardo. Scarron li seguì colla coda dell'occhio attraverso le portiere della sua sala.
— Nessuno di essi farà quello che dice, mormorò egli con un piccolo sorriso da scimmia; — ma che vadano pure, quei poveri gentiluomini ! chi sa che si occupino per farmi restituire la mia pensione!... essi possono muover le braccia, e questo è già molto; ohimè! io non ho che la lingua, ma procurerò di provare che anche questa è qualche cosa. Ehi! Champenois, suonano le undici ore; spingimi verso il mio letto... Ah, ma quella d'Aubigné è davvero incantevole !
Indi il povero paralitico scomparve nella sua stanza da letto, la cui porta si chiuse dietro di lui, ed uno dopo l'altro ei estinsero i lumi nel salotto della via delle Tour-nelles.
XXIV. San Dionigi.
Incominciava a. spuntare il giorno, allorché Athos si alzò e si fece abbigliare. Era facile osservare, dal suo pallore anormale, ed alle traccie che lascia sul viso l'insonnia, che doveva aver passata quasi una notte senza dormire. Contro l'abitudine di quell'uomo 6Ì fermo e sì deciso, quella mattina aveva in tutta la sua persona qualche cosa di lento e d'irresoluto.
Si è che si occupava dei preparativi per la partenza di Raoul e cercava di guadagnar tempo. Dapprima forbì egli stesso una spada che cavò dà un astuccio di cuoio profumato, esaminò se l'impugnatura fosse ben ferma e se la lama fosse solidamente attaccata all'impugnatura.