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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   __ 221 —
   __ Va bene, _ disse Athos. — Rialzatevi, visconte, ed
   abR?oCuiasi°alzò e si gettò con effusione nelle braccia di
   ^^^Àddio, — mormorò il conte, che sentiva, che si sen-t'va struggere il cuore, — addio, e ricordatevi di me.
   1 __ Oh^eternamente; in eterno ! — esclamò il giovinetto. Oh! lo giuro, signore, e se m'accadde disgrazia, il vostro sarà il mio ultimo pensiero.
   Athos risalì precipitosamente per nascondere la sua commozione, diede una pezza d'oro al custode delle tombe, si genuflesse davanti all'altare e giunse presto all'atrio della chiesa, davanti al quale Oliviero attendeva coi due altri cavalli-
   __ Oliviero, — diss egli mostrando il budriere di Raoul,
   ._ chiudete la fibbia di questa spada che cade un po' in
   basso. Bene. Adesso, voi accompagnerete il signor visconte finche G-rimaud vi abbia raggiunto; venuto Grimaud, voi lascerete il visconte. Udite, Raoul? Grimaud è un vecchio servitore pieno di coraggio e di prudenza, egli vi seguirà.
   — Sissignore, — disse Raoul.
   — Suvvia a cavallo, che vi veda partire.
   Raoul obbedì.
   — Addio, Raoul, — disse il conte, — addio, mio caro ragazzo. S
   — Addio, signore, — disse Raoul, — addio, mio amato protettore !
   Athos fece un gesto colla mano, perchè non osava di parlare e Raoul si allontanò col capo scoperto.
   Athos rimase immobile, guardandolo fino al punto in cui scomparve al volgere d'una strada.
   Allora il conte gettò la briglia del suo cavallo nelle mani d'un contadino, risalì lentamente la gradinata, rientrò in chiesa, andò ad inginocchiarsi nell'angolo più oscuro e pregò.