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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   dandogli avanti, gli tracciava la strada che dovevano, seguire la sera. Il gioco della palla era nel luogo che si chiamava la cinta del cortiletto del castello. Era un luogo molto deserto, dove non si tenevano sentinelle che nel momento in cui il signor di Beaufort faceva la partita; ed anche questa precauzione sembrava inutile, stante l'altezza della muraglia.
   Si dovevano aprire tre porte per giungere a quel recinto. Ognuna si apriva con una chiave differente. Giungendo al recinto, Grimaud s'andò macchinalmente a sedere vicino ad una feritoia, colle gambe pendenti fuori dalle mura. Era evidente che quel luogo era quello, al quale si attaccherebbe la scala di corda.
   Tutta quella manovra, intelligibile soltanto per il duca di Beaufort, era inintelligibile, come si può credere, per La Ramée.
   Incominciò la partita. Questa volta il signor di Beaufort era in lena, e si sarebbe detto che ponesse colle mani le palle ove voleva che andassero. La Ramée fu completamente battuto. Quattro guardie del signor di Beaufort l'avevano seguito e raccoglievano le palle : terminato il gioco, il signor di Beaufort, sempre ridendo di tutto cuore sulla poca abilità di La Ramée, offrì alle guardie due luigi perchè andassero a bere alla sua salute, coi loro altri quattro camerati.
   Le guardie chiesero l'autorizzazione di La Ramée, che la diede loro, ma solo per la sera.
   Fino a quel momento La Ramée si doveva occupare d'importanti particolari; siccome aveva molte incombenze da fare, desiderava che durante la sua assenza il prigioniero non fosse perduto di vista.
   Se il signor di Beaufort avesse disposto egli stesso le cose, non le avrebbe certamente fatte in modo tanto conveniente come le faceva il suo custode.
   Suonarono finalmente le sei ; sebbene non si dovesse porre a tavola che alle sette, i'1 pranzo era pronto ed apparecchiato. Sopra una credenza stava il pasticcio colossale collo stemma del duca, e pareva perfettamente cotto, potendone giudicare dal color d'oro della sua crosta.
   Il resto del pranzo era ugualmente in punto.
   Tutti erano impazienti, le guardie d'andar a bere, La Ramée di porsi a tavola, il signor di Beaufort di evadere.
   'Solo Grimaud era impassibile. Si sarebbe detto che Athos lo avesse educato in previsione di quella grande circostanza.