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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 229 --
   __XTna ecala di corda.
   Sì ma una ecala non si può spedire come una lettera in una palla da giuoco.
   v _ jjo ma si manda in un'altra cosa. Per esempio, in
   un pasticcio. #
   _ In un pasticcio ? — esclamò La Ramée.
   __Sì. Supposta una cosa, —- riprese il duca; — supponete, per esempio, che Noarmont, il mio maggiordomo, abbia rilevato il negozio di papà Martello...
   ___ Ebbene? — domandò La Ramée tutto trepidante.
   __Ebbene, La Ramée che è un ghiottone, vede i suoi pasticci, trova che hanno miglior aspetto di quelli de' suoi predecessori, e viene ad offrirmi di gustarne. Accetto a condizione che La Ramée ne gusti con me. Per essere più in libertà, La Ramée congeda le guardie e non tiene che Grimaud per servirci. Grimaud é l'uomo che mi è stato dato da un amico, quel servitore, col quale me l'intendo, pronto a secondarmi in tutto e per tutto. Il momento della mia fuga è fissato alle sette. Ebbene! alle sette ore meno qualche minuto...
   — Alle sette, meno qualche minuto?... — domandò La Ramée, al quale il sudore cominciava a imperlare la fronte.
   — Alle sette ore meno qualche minuto, — riprese il duca, aggiungendo l'azione alle parole, — levo la crosta del pasticcio, trovo in esso due pugnali, una scala di corda ed un bavaglio. Pongo uno dei pugnali sul petto di La Ramée, e gli dic<^- « Mio amico, me ne dispiace molto, ma se tu fai un gesto, se tu mandi un grido, 6ei morto ! »
   Già lo dicemmo, pronunziando queste ultime parole, il duca aveva aggiunta l'azione alle parole. Il duca era in piedi vicino a lui, e gli appoggiava la punta d'un pugnale sul petto con un accento che non permetteva a quello cui era diretto di ammetter dubbio sulla sua risoluzione.
   In quel frattempo Grimaud, sempre silenzioso, traeva dalla torta il secondo pugnale, la scala di corda e la pera d'angoscia.
   La Ramée seguiva collo sguardo, con sempre crescente terrore.
   •— Oh, monsignore, — gridò esso guardando il duca con un'espressione di stupore, che in altro momento avrebbe fatto scoppiare dal ridere il principe, — avreste il cuore di uccidermi?
   — No, se non ti opponi alla fuga,