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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 234 --
   sempre più compatta, ignorando sempre la causa per cui s'era radunata.
   Porthos era già disceso sulla soglia dell'albergo.
   _ Ah ! mio caro amico, — diss'egli, — i miei cavalli
   stanno male qui.
   — È verissimo! — disse d'Artagnan, — io sono disperato per quei nobili animali.
   — Ed io pure, non mi sentivo tanto bene, — disse Porthos, — e se non fosse per l'albergatrice, — continuò dondolandosi sulle gambe con un'aria serena da uomo contento di se stesso, — che è parecchio avvenente e che intende le buffonate, avrei cercato ricovero altrove.
   La bella Maddalena, che si era Ravvicinata durante quel colloquio, fece un passo indietro, e impallidì come un morto sentendo le parole di Porthos, giacche ella credette che la scena dello svizzero stesse per rinnovarsi ; ma con suo grande stupore d'Artagnan non battè palpebra, e disse ridendo a Porthos:
   — Sì, comprendo, amico caro, l'aria della via Tique-tonne non vale quella della valle di Pierrefonds; ma state tranquillo, voglio farvene prendere una migliore.
   — Quando sarà?
   — Vi assicuro che sarà prestissimo.
   — Ah ! tanto meglio !
   A quella esclamazione di Porthos successe un gemito basso e profondo che partiva dall'angolo d'una porta.
   D'Artagnan che aveva appena messo piede a terra, vide allora disegnarsi in rilievo sul muro l'enorme ventre di Mousqueton, la cui bocca disgustata lasciava sfuggire dei sordi lamenti.
   — Voi pure, mio povero signor Mouston siete spostato in questo misero albergo, non è vero? — domandò d'Artagnan con quel fare canzonatorio che poteva essere tanto di compassione quanto di scherno.
   — Trova la cucina detestabile, — rispose Porthos.
   — Ebbene, — disse d'Artagnan, — perchè non prepara egli stesso i cibi come faceva a Chantilly?
   — Ohimè! signore, io non ho mica qui, come avevo là, gli stagni di monsignore il principe, per pescarvi quei magnifici carpioni, e le foreste di sua Altezza per prendere al laccio quelle gustose pernici. In quanto alla cantina, l'ho visitata minutamente, e davvero che vi trovo poca cosa.
   •— Signor Mouston, — disse d'Artagnan, — in verità