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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 235 --
   vj compiangerei, se non avessi pel momento una cosa di molto più urgente da eseguire.
   Allora, prendendo Porthos in disparte aggiunse :
   _ Mio caro du Yallon, eccovi perfettamente abbigliato,
   6d è bene, poiché vi conduco subito dal cardinale.
   Bah ! davvero ! -— disse Porthos spalancando tanto d'occhi sbalorditi.
   - Sì, amico mio.
   —. Una presentazione?
   — Vi fa paura?
   — No, ma mi commuove.
   - Oh, state tranquillo ; voi non avete più a che fare con l'altro cardinale e questi non vi prostrerà di certo sotto sua maestà.
   — Ma la corte è sempre eguale, lo comprendete d'Arta-gnan !
   — Via, amico mio, non esiste più la cortei
   — Vi sarà la regina!
   — Stavo per dire: non c'è più la regina. La regina? rassicuratevi, noi non la vedremo neppure.
   — E voi dite che siamo diretti al Palazzo Reale?
   — Sì. Soltanto per non ritardare, vi chiederò in prestito uno dei vostri cavalli.
   — Fate come vi piace : essi sono tutti e quattro al vostro servizio.
   — Oh ! non me ne occorre che uno pel momento.
   — Conduciamo con noi il nostro servo?
   — Sì, pigliate Mousqueton, quello vi andrà bene. Quanto a Planchet, egli ha delle buone ragioni per non venire alla corte.
   — E perchè?
   — Perchè è in urto con Sua Eminenza.
   — Mouston, — disse Porthos, — insellate Vulcano e Baiardo.
   — Ed io, signore, devo prendere Roustand?
   — No, prendete un cavallo di lusso, cioè Febo o Superbo, poiché andiamo in cerimonia.
   — Ah! — disse Mousqueton respirando, — non si tratta dunque che d'una visita?
   — Eh, mio Dio! sì, Mouston, nuli*altro. Soltanto ad ogni modo mettete delle pistole nelle fonde; nella mia sella troverete la mia fonda già carica.
   Mouston mandò un sospiro, egli comprendeva ben poco