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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 240 --
   — E voi gli avete sparato contro?
   — Era fuori di tiro.
   — Ma il signor, di Chavigny, cosa faceva?
   — Era assente.
   — Ma e La Kamιe?
   — L'abbiamo trovato strettamente legato, nella camera del prigioniero, con un bavaglio in bocca, ed un pugnale accanto a lui.
   — Ma quell'uomo che gli si era aggiunto?
   — Era complice del duca, ed θ fuggito con lui.
   Mazarino emise un gemito.
   — Monsignore, — disse d'Artagnan, facendo un passo verso il cardinale.
   — Che cosa c'θ ? — disse Mazarino.
   — Mi sembra che Vostra Eminenza perda un tempo prezioso.
   — In che modo?
   — Se Vostra Eminenza ordinasse che si corresse dietro al prigioniero, forse lo si potrebbe ancora raggiungere. La Francia θ grande, e la piω vicina frontiera θ a sessanta leghe.
   — E chi gli correrebbe dietro? — gridς il cardinale Mazarino.
   — Io, perdio!
   — E l'arrestereste?
   — E perchθ no?
   — Voi arrestereste il duca di Beaufort armato e alla campagna !
   — Se monsignore mi ordinasse d'arrestare il diavolo, lo agguanterei per le corna e glielo condurrei.
   — Ed io pure, — disse Porthos.
   — Voi pure? — disse Mazarino, guardando quei due uomini con meraviglia. — Ma il duca non si arrende senza combattere accanitamente.
   — Ebbene, — disse d'Artagnan, i di cui occhi fiammeggiavano, battaglia; — θ molto tempo che non ci battiamo, non θ vero, Porthos?
   —- Battaglia! — disse Porthos.
   — E voi credete di raggiungerlo ?
   — Sμ, abbiamo delle cavalcature migliori delle sue.
   — Allora prendete con voi tutte le guardie che trovate qui, e correte.
   — Ordinatelo, monsignore.