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i_ Quattro! —disse d'Artagnan, guardando Porthos. —
Udite, barone, non sono che quattro !
Un allegro sorriso rischiarò la fisonomia di Porthos.
__ E da quanto sono in viaggio?
_ Due ore ed un quarto, mio ufficiale.
— Due ore ed un quarto non è nulla, le nostre cavalcature sono buonissime, non è vero, mio caro Porthos?
Porthos mandò un sospiro ; pensò a ciò che dovevano fare i suoi poveri cavalli.
— Benissimo, —disse d'Artagnan. — Che .strada hanno presa ?
— In quanto a questo, mio caro, è proibito parlare.
D'Artagnan trasse di tasca un foglio.
— Ordine del re, — diss'egli.
— Parlate al governatore, allora.
— E dov'è il governatore?
— In campagna.
La collera salì sul viso di d'Artagnan,' la sua fronte s'increspò, le sue tempie si colorirono.
— Ah, miserabile ! — disse al sergente, — mi pare che tu ti beffi di me. Aspetta!
Spiegò il foglio, lo presentò con una mano e coli'altra prese dalle fonde una pistola e la puntò.
— Ordine del re, ti dico. Leggi e rispondi, o ti faccio saltare le cervella ! Che strada hanno preso ?
Il sergente capì che d'Artagnan parlava sul serio.
— La strada di Vendomois, — rispose.
-— E da qual porta sono usciti?
— Dalla porta di San Mauro.
— Se tu m'imbrogli, miserabile, domani ti faccio impiccare !
— E voi, se lo raggiungete, spero che non verrete ad impiccarmi, — mormorò il sergente.
D'Artagnan alzò le spalle, fece un segno alla sua scorta e spronò il cavallo.
— Per di qui, signori, per di qui ! — gridò, dirigendosi verso la porta del parco indicato.
Ma ora che il duca era fuggito, il custode aveva giudicato opportuno chiudere la porta a doppia mandata. Bisognò forzarlo ad aprirla come si era dovuto forzare il sergente, e ciò cagionò ancora la perdita di dieci minuti.
Superato l'ultimo ostacolo, la comitiva riprese la corsa con la stessa velocità.
Ma tutti i cavalli non continuarono con la stessa lena;