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— Sì, ha capito, — disse il servo.
— E perchè non rispondi ?
— Perchè questi cavalli non sono da vendere.
— Allora li prendo, — soggiunse d'Artagnan.
E pose la mano sopra quello che era alla sua portata. Nello stesso momento comparvero i suoi compagni e feoero altrettanto.
— Ma, signori, — gridò lo staffiere, — essi hanno appena fatto una corsa di sei leghe, e non è neppure mezz'ora che furon loro tolte le selle.
— Mezz'ora di riposo basta, — disse d'Artagnan, — e devono essere in lena più che* mai.
Il palafreniere chiamò aiuto. Una specie d'intendente uscì appunto nel momento in cui d'Artagnan ed i suoi compagni mettevano la sella sul dorso dei cavalli. L'intendente volle alzare la voce.
— Caro amico, disse d'Artagnan, — se profferite una parola, v'abbrucio le cervella.
E gli mostrò la canna d'una pistola che si ripose sotto il braccio per terminare la sua bisogna.
— Ma, signore, — disse l'intendente, — sapete voi che questi cavalli appartengono al signor Montbazon?
— Tanto meglio ! — rispose d'Artagnan ; — devono essere buone bestie.
— Ma, signore, — ripigliò l'intendente retrocedendo passo a passo, e tentando di raggiungere la porta, — vi prevengo che vado a chiamare la mia gente.
— Ed io la mia, — soggiunse d'Artagnan. — Io sono luogotenente nei moschettieri del re, ho dieci guardie che mi seguono, e, ascoltate, le udite galoppare? Noi la vedremo !
Nessun rumore si udiva, ma l'intendente gli pareva di udire dalla paura.
— Avete finito, Porthos? — disse d'Artagnan.
— Ho finito.
— E voi, Mouston?
— Io pure.
— A cavallo, dunque, e partiamo.
Tutti e tre si slanciarono sui loro cavalli.
— A me! — urlò l'intendente, — a me, gli staffieri e le carabine !
—r In cammino! — disse d'Artagnan, — avremo qualche scarica di moschetti.
E tutti e tre partirono come un lampo.