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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 248 --
   valieri, — disse Porthos curvato sulla criniera del suo cavallo.
   — Impossibile.
   — Essi sono numerosi.
   — Allora, ่ un'altra cosa.
   — Ancora un cavallo ! — disse Porthos.
   — Morto?
   — No, che 6ta per spirare.
   — Insellato o senza sella ?
   --Insellato.
   — Sono essi, allora.
   — Coraggio ! lo teniamo.
   — Ma se essi sono numerosi, —ฆป disse Mousqueton, — non siamo noi che li teniamo, sono essi che ci tengono.
   — Bah ! — disse d'Artagnan, — essi ci crederanno pi๙ forti di loro, giacche noi li inseguiamo; allora, si epaventeranno e si disperderanno.
   — ศ certo, — disse Porthos.
   — Ah! osservate, — esclam๒ d'Artagnan.
   — S์, ancora delle scintille; stavolta le ho viste io pure, — disse Porthos.
   — Avanti, avanti ! — grid๒ d'Artagnan colla sua stridula voce, — e fra cinque minuti rideremo.
   E si slanciarono di nuovo. I cavalli, furiosi di dolore e di emulazione volavano sulla cupa via, in mezzo alla quale incominciavano a vedere una massa pi๙ compatta e pi๙ oscura che il resto dell'orizzonte.
   XXVIII. L'Incontro.
   Corsero ancora in tal modo per altri dieci minuti.
   Improvvisamente dalla massa si staccarono due punti neri, si avanzavano, s'ingrossavano e nell'ingrossarsi presero la forma di due cavalieri.
   — Oh, oh! — disse d'Artagnan, — vengono a noi.
   — Tanto peggio per quelli che vengono, —disse Porthos.
   — Chi va lเ! — grid๒ una voce rauca.
   I nostri tre cavalieri al galoppo non si arrestarono n่ risposero; soltanto che s'intese il rumore delle spade che usci-