— 251 --
— Ah! signore, nell'altra natica, proprio nell'altra! questo colpo farà compagnia a quello della strada d'Amiens.
Porthos si volse come un leone, piombò sul cavaliere smontato, che tentò snudare la spada, ma prima che fosse uscita dal fodero, Porthos col pomo della sua gli aveva recato un colpo così terribile sul capo, che era caduto come un bue cade sotto la mazza del macellaio.
Mousqueton tutto gemente si era sdraiato lu/ngo la schiena del suo cavallo, giacche la ferita ricevuta non gli permetteva di restare in sella.
Vedendo i cavalieri, d'Artagnan si era fermato, aveva ricaricata la pistola ; dippiù, sul suo cavallo aveva una carabina all'arcione della sella.
— Eccomi ! — disse Porthos, — aspettiamo o carichiamo ?
— Carichiamo! — rispose d'Artagnan.
— Carichiamo, — disse Porthos.
Essi cacciarono gli speroni nel ventre dei loro cavalli.
I cavalieri erano a soli venti passi di distanza.
— Da parte del re! — gridò d'Artagnan, — lasciateci passare !
— Il re non ha nulla a che fare qui, — replicò una voce cupa e vibrante che sembrava uscir da una nube, perchè il cavaliere giungeva avvolto in un turbine di polvere.
— Va bene: vedremo se il re non passa dovunque, — rispose d'Artagnan.
— Vedete pure, — disse la stessa voce.
Due colpi di pistola partirono quasi nello stesso tempo, uno tirato da d'Artagnan, l'altro dall'avversario di Porthos. La palla tirata da d'Artagnan levò il cappello al suo nemico; la palla dell'avversario di Porthos attraversò la gola del suo cavallo, che stramazzò a terra mandando un gemito.
— Per l'ultima volta, dove andate? — disse sempre la stessa voce.
— Al diavolo ! — rispose d'Artagnan.
— Allora siate tranquillo, vi arriverete.
D'Artagnan vide abbassarsi verso di lui la canna d'un
moschetto ; non aveva il tempo di frugare nelle sue fonde e si sovvenne di un consiglio che altre volte gli aveva dato Athos. Fece impennare il suo cavallo. La palla colpì l'animale nel mezzo della pancia. D'Artagnan sentì che gli mancava sotto di lui, e colla sua meravigliosa agilità, si gettò da una parte.
— Ma, mi pare! — disse la stessa voce vibrante e mot-