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Aramis, grid๒ Athos, non tirate!
Ah, ah! siete voi, Aramis? disse Porthos.
E gett๒ la sua pistola. Aramis respinse la sua nelle fonde e ripose la spada nel fodero.
Figlio mio ! disse Athos, stendendo la destra a d'Artagnan.
Era il nome che gli dava altre volte nei momenti di tenerezza.
Athos! disse d'Artagnan, torcendosi le mani, voi dunque li difendete ? Ed io aveva giurato di ricondurlo morto o vivo ! Ah ! sono disonorato !
Uccidetemi, disse Athos, scoprendosi il petto, se il vostro onore ha bisogno della mia morte.
Oh ! disgraziato che sono ! che grande sventura ! esclam๒ d'Artagnan, non c'era che un uomo al mondo che poteva fermarmi e bisogna proprio che la fatalitเ metta quest'uomo sulla mia strada ! Ah ! che dir๒ al cardinale ?
Gli direte, o signore, rispose una voce che dominava il campo di battaglia, che aveva inviato contro di me gli unici due uomini capaci di rovesciarne quattro, di lottare corpo a corpo senza svantaggio contro il conte de La Fere ed il cavaliere d'Herblay, e di non arrendersi che a cinquanta uomini.
Il principe ! dissero ad un punto Athos ed Aramis, facendo un movimento per smascherare il duca di Beaufort, mentre d'Artagnan e Porthos facevano dal canto loro un passo indietro.
Cinquanta cavalieri! mormorarono d'Artagnan e Porthos.
Guardatevi d'intorno, o signori, se ne dubitate, disse il duca.
D'Artagnan e Porthos guardaronsi intorno; erano infatti interamente avviluppati da una truppa d'uomini a cavallo.
Al rumore del vostro combattimento, o signori, ho creduto che foste venti uomini, e sono tornato indietro con tutti quelli che mi circondavano, stanco di fuggire e desideroso io pure di snudare un poco la spada: non eravate che due.
S์, monsignore, soggiunse Athos; ma voi lo diceste, due che ne valgono venti.
Animo, signori, le vostre spade, disse il duca.