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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 255 --
   Porthos chinò la testa in segno di assentimento.
   — Fissiamo dunque un luogo di convegno, — continuò Athos, — che possa aggradire a noi tutti, ed in quest'ultima conferenza, noi regolaremo la nostra reciproca posizione, e la condotta che dovremo tenere gli uni in faccia agli altri.
   — Bene! — dissero gli altri tre.
   — Voi siete dunque del mio avviso? — domandò Athos.
   ¦ — Completamente.
   — Ebbene, il luogo?
   : — La piazza Reale vi conviene? — domandò d'Artagnan.
   — A Parigi?
   — Sì.
   Athos ed Aramis si guardarono, Aramis fece un cenno d'approvazione col capo.
   — La piazza Reale, accettato ! •— disse Athos.
   — E quando?
   — Domani sera : se lo volete.
   — Sarete voi di ritorno ?
   ¦ — Sì.
   — A che ora ?
   —¦ Alle dieci di notte, se non vi spiace.
   — A meraviglia !
   — Colà, — disse Athos, — fisseremo la pace o la guerra, ma almeno il nostro onore sarà salvo, amici.
   — Ohimè ! — mormorò d'Artagnan, — il nostro onore di soldato è perduto per noi.
   — D'Artagnan, — disse gravemente Athos, — vi giuro che mi fate un gran male, pensando a questo modo quando rifletto che noi abbiamo incrociate le nostre spade l'uno contro l'altro. Sì, — continuò egli scuotendo dolorosamente il capo, — sì, voi lo diceste, la sciagura sta sopra di noi ! Venite Aramis.
   — E noi, Porthos, — disse d'Artagnan, — ritorniamo a recare il nostro disonore al cardinale.
   — E ditegli sopratutto, — gridò una voce, — che non sono ancora troppo vecchio per essere incapace d'agire.
   D'Artagnan riconobbe la voce di Rochefort.
   — Posso far qualche cosa per voi, o signori? — disse il principe.
   — Rendete testimonianza che noi abbiamo fatto tutto ciò che abbiamo potuto, monsignore.
   -— Siate tranquilli, lo farò. Addio, o signori, fra qua!