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Porthos chinò la testa in segno di assentimento.
— Fissiamo dunque un luogo di convegno, — continuò Athos, — che possa aggradire a noi tutti, ed in quest'ultima conferenza, noi regolaremo la nostra reciproca posizione, e la condotta che dovremo tenere gli uni in faccia agli altri.
— Bene! — dissero gli altri tre.
— Voi siete dunque del mio avviso? — domandò Athos.
¦ — Completamente.
— Ebbene, il luogo?
: — La piazza Reale vi conviene? — domandò d'Artagnan.
— A Parigi?
— Sì.
Athos ed Aramis si guardarono, Aramis fece un cenno d'approvazione col capo.
— La piazza Reale, accettato ! •— disse Athos.
— E quando?
— Domani sera : se lo volete.
— Sarete voi di ritorno ?
¦ — Sì.
— A che ora ?
—¦ Alle dieci di notte, se non vi spiace.
— A meraviglia !
— Colà, — disse Athos, — fisseremo la pace o la guerra, ma almeno il nostro onore sarà salvo, amici.
— Ohimè ! — mormorò d'Artagnan, — il nostro onore di soldato è perduto per noi.
— D'Artagnan, — disse gravemente Athos, — vi giuro che mi fate un gran male, pensando a questo modo quando rifletto che noi abbiamo incrociate le nostre spade l'uno contro l'altro. Sì, — continuò egli scuotendo dolorosamente il capo, — sì, voi lo diceste, la sciagura sta sopra di noi ! Venite Aramis.
— E noi, Porthos, — disse d'Artagnan, — ritorniamo a recare il nostro disonore al cardinale.
— E ditegli sopratutto, — gridò una voce, — che non sono ancora troppo vecchio per essere incapace d'agire.
D'Artagnan riconobbe la voce di Rochefort.
— Posso far qualche cosa per voi, o signori? — disse il principe.
— Rendete testimonianza che noi abbiamo fatto tutto ciò che abbiamo potuto, monsignore.
-— Siate tranquilli, lo farò. Addio, o signori, fra qua!