— 260 --
tendo picchiare alla porta di strada; — ma non aprite che a persone conosciute.
Gervasia andò a vedere, e rispose :
— È il signor presidente Blancmesnil.
— Allora, soggiunse Broussel, — non vi è alcun inconveniente, aprite.
— Ebbene, — disse il presidente entrando, — cosa vi hanno fatto, mio caro Broussel? Ho sentito dire che poco mancò foste assassinato!
— Il fatto sta che, secondo ogni probabilità, qualche cosa è stata tramata contro la mia vita, — rispose Broussel con una indifferenza che parve stoica.
— Mio povero amico! sì, hanno voluto incominciare da voi; ma verrà il tiro anche per ciascuno di noi; non potendo vincere in massa, cercheranno distruggere gli uni dopo gli altri.
— Se riesco a levarmi dal pericolo, — disse Broussel, — voglio schiacciarli essi pure sotto il peso della mia parola.
— Vi ristabilirete, — rispose Blancmesnil, — e per far loro pagar cara questa aggressione.
Fu bussato di nuovo. Blancmesnil guardò dalla finestra, ed esclamò:
— Il coadiutore}
— Il signor coadiutore! — replicò Broussel; — oh, mio Dio ! aspettate che gli vada incontro !
— Ebbene! mio caro Broussel, — disse il coadiutore entrando, — che cosa vi è accaduto? Si parla di agguato, d'assassinio? Buon giorno, signor Blancmesnil. Qui recandomi presi con me un medico, e ve lo conduco.
— Ah! signore, quanto vi sono grato! è vero, fui crudelmente rovesciato e calpestato sotto i piedi dei moschettieri del re.
— Dite del cardinale, — riprese il coadiutore, — dite del Mazarino. Ma noi gli*faremo scontare tutto ciò, siate tranquillo. Non è vero, signor Blancmesnil?
Blancmesnil s'inchinò, allorché la porta s'aprì tutto ad un tratto, spinta da uno staffiere. Lo seguiva uno staffiere in gran livrea che annunziò ad alta voce:
— Monsignore il duca di Longueville.
— Come? — esclamò Broussel, — il duca qui? Quale onore per me ! ah ! monsignore !
— Vengo a lamentarmi, signore, — disse il duca, — sul