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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   V'EISTTX ^ASTISTI DOPO li
   XXX.
   Quattro antichi amici si dispongono a rivedersi.
   — Ebbene? — disse Porthos, seduto nella corte dell'albergo della Capretta, a d'Artagnan che, colla faccia lunga e malcontenta rientrava dal Palazzo-Cardinale; — ebbene! egli vi ha mal ricevuto, mio caro d'Artagnan?
   — S์, davvero! veramente ่ una bestia sozza quell'uomo! Che cosa mangiate, Porthos?
   — Eh ! lo vedete, inzuppo un biscotto in un bicchiere di vino di Spagna. Fatelo anche voi.
   — Avete ragione... Gimblou, un bicchiere!
   Il cameriere apostrofato da quel nome armonioso port๒ il bicchiere chiesto, e d'Artagnan sedette vicino al suo amico.
   — Come la ่ andata?
   — Caspita! potete bene immaginarvelo: non v'erano mica due modi di dire la cosa; sono entrato, mi guard๒ di sbieco, ed io alzai le spalle e gli dissi: — Monsignore, noi non siamo stati i pi๙ forti.
   — S์, so tutto, — mi rispose, — ma narratemi la cosa dettagliatamente.
   — Comprenderete, Porthos, che non potevo narrare i particolari senza nominare i nostri amici, e il nominarli sarebbe 6tato lo stesso che perderli.
   — Perdio!
   — Monsignore, — risposi, — essi erano cinquanta e noi eravamo due.
   Dumas. Venti anni dopo. — ii
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