mencio di scoraggiare il suo amico, dicendogli che il cardinale non aveva neppur profferita parola sul suo conto; — sì davvero! ha detto...
— Ha detto? — riprese Porthos.
— Aspettate, desidero di rammentarmi le sue precise parole; ha detto: In quanto al vostro amico, ditegli che può dormire i suoi sonni tranquilli.
— Buono ! — soggiunse Porthos ; — ciò dimostra chiaro come il giorno ch'egli conta sempre di crearmi barone.
In quel punto suonarono alla chiesa vicina le nove. D'Artagnan sussultò.
— Ah! — disse Porthos, — ecco che suonano le nove, ed è alle dieci, ve lo rammentate, che abbiamo convegno sulla Piazza Reale.
— Tacete, tacete, Porthos! — esclamò d'Artagnan con moto d'impazienza; — non mi rammentate questo dovere che da ieri in poi mi tenne di cattivissimo umore. Io non vi andrò.
— E perchè? — domandò Porthos.
— Perchè è una cosa dolorosa il vedere i due uomini che hanno fatto fallire la nostra impresa.
— Tuttavia, — riprese Porthos, — nè l'uno nè l'altro ebbe il sopravvento. Avevo ancora una pistola caricata, e voi eravate di fronte l'uno all'altro con la spada in mano.
— Sì, — disse d'Artagnan, — ma se questo convegno nasconde qualche insidia...
— Oh, — disse Porthos, — non supponetelo neppure, d'Artagnan.
Era vero. D'Artagnan non credeva che Athos fosse capace d'adoperare l'inganno; ma cercava un pretesto per non recarsi a quell'appuntamento.
— Bisogna andarvi, — continuò il superbo signore di Bracieux ; essi crederebbero che noi avessimo avuto paura. Eh, caro amico, abbiamo affrontato cinquanta uomini sulla pubblica strada, non affronteremo due amici sulla Piazza Reale?
— Sì, sì, disse d'Artagnan, — lo so; — ma essi hanno abbracciato il partito dei principi 6enza prevenircene ; Athos e Aramis mi fecero un certo tiro che mi mette in apprensione. Noi ieri abbiamo scoperto la verità. A che serve andar oggi ad apprendere qualche altra cosa?
— Diffidate dunque realmente? — disse Porthos.
— Di Aramis sì, dacché si fece abate. Non vi potete figurare, mio caro, ciò che è divenuto. Egli non vede che la