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— Non mi stupisco più, — disse sottovoce d'Artagnan a Porthos — che il Mazarino avesse preferito che fosse stato annichilito del tutto questo signor consigliere.
— Comprenderete dunque, o signore, — riprese Plan-chet, — che se fosse per qualche impresa simile a quella che hanno tramata contro il signor Broussel che mi ordinate di prendere la mia carabina...
— No, sta tranquillo; ma da chi avesti tutti questi particolari ?
Eh! da buona fonte, o signore, li ebbi da Passerotto.
— Da Passerotto? — disse d'Artagnan. — Conosco questo nome.
- È il figlio della serva del signor Broussel, un birichino che, ve lo garantisco io, in caso di sommossa non darebbe la sua parte ai cani.
- Non è egli corista nella cattedrale di Nostra Signora ? •— chiese d'Artagnan.
— Sì, lo è; Bazin lo protegge.
— Ah! ah! lo so, — disse d'Artagnan. — Ed è garzone di banco della taverna della via Calandra?
— Appunto.
— Che v'importa di quello scimmiotto ? — disse Porthos.
— Eh ! — rispose il luogotenente dei moschettieri, — mi ha già dato delle buone informazioni, all'occasione potrebbe darmene ancora.
— A voi, che poco mancò non schiacciaste il suo padrone ?
— E chi glielo dirà?
— È vero.
In quel mentre Athos ed Aramis entravano in Parigi dal sobborgo Sant'Antonio. Si erano ristorati durante il viaggio e si affrettavano per non mancare all'appuntamento. Il solo Bazin li seguiva. Grimaud, ce lo rammenteremo, era rimasto per curare Mousqueton, e doveva raggiungere direttamente il giovine visconte di Bragelonne che si recava all'armata di Fiandra.
— Ora, — disse il conte de la Fere, — bisogna entrare in qualche albergo per indossare l'abito di città, deporre le nostre pistole e le nostre spade, e disarmare il nostro lacchè.
— Oh, niente affatto, caro conte, ed in ciò mi permetterete non solamente di non essere del vostro parere, ma puranco di farvi abbracciare il mio.
- E perchè ciò?
— Perchè andiamo ad un convegno di guerra,