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Venti anni dopo (volume 2)
Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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— Uno di voi ha una eroe©? — domandò Athos. Porthos e d'Artagnan si guardarono scuotendo il capo
da uomini presi alla sprovvista.
Aramis sorrise e trasse dal petto una croce di diamanti sospesa al collo da un filo di perle.
— Eccone una, — diss'egli.
— Ebbene, — soggiunse Athos, — giuriamo su questa croce, giuriamo di esser sempre amici a dispetto di tutto e di tutti; e possa questo giuramento, non 6olo legare noi stessi, ma legare insieme anche i nostri discendenti. Vi
piace il giuramento ?
— Sì, — dissero tutti in una volta.
— Ah! traditore, — disse sottovoce d'Artagnan piegandosi all'orecchio di Aramis, — voi ci avete fatto giurare sul crocifisso d'un frondista.
XXXII.
Una chiatta sull'Oise.
iSperiamo che il lettore non abbia affatto dimenticato il giovine viaggiatore che lasciammo sulla strada di Fiandra.
Raoul, perdendo di vista il suo protettore, che aveva lasciato seguendolo cogli occhi in faccia alla basilica reale, aveva spronato il suo cavallo per isfuggire dapprima i suoi dolorosi pensieri, poscia per nascondere ad Oliviero l'emozione che alterava i suoi lineamenti.
Un'ora di rapido cammino dissipò però prontamente tutti quei cupi vapori che avevano rattristata la tanto fervida immaginazione del giovine. Quel piacere sconosciuto d'esser libero, piacere che ha le sue dolcezze anche per coloro che non hanno mai sofferto per la loro indipendenza, indorò per Raoul il cielo e la terra, e soprattuto quel lontano ed azzurro orizzonte che si chiama l'avvenire.
Comunque 6Ì accorse, dopo parecchi tentativi di conversazione con Oliviero, che le lunghe giornate passate in quel modo sarebbero molto tristi, e la parola del conte, tanto dolce, persuasiva ed interessante, gli tornò alla memoria a proposito delle città che attraversavano, e sulle quali nessuno poteva dargli quei ragguagli preziosi ch'egli avrebbe
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