Stai consultando: 'Venti anni dopo (volume 2) ', Alessadro Dumas (padre)

   

Pagina (23/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (23/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 21 - -
   sponde della Loira, era stato per così dire cullato dalle sue onde; cento volte l'aveva attraversata a cavallo e mille volte nuotando. Athos, prevedendo, che il visconte doveva abbracciare il mestiere dell'armi, l'aveva agguerrito in tutte quelle imprese.
   — Oh, mio Dio ! — continuava Oliviero disperato, — che direbbe il signor conte se vi vedesse ?
   — Il signor conte avrebbe fatto come me! — rispose Raoul, spingendo vigorosamente il cavallo.
   — Ma io!... ma io! — gridò Oliviero pallido e scoraggiato agitandosi sulla sponda — come farò a passare?
   — Salta, poltrone ! — gridò Raoul nuotando sempre.
   Indi, volgendosi al viaggiatore che si dibatteva a venti
   passi di distanza da lui, gli disse:
   — Coraggio, signore, coraggio ! veniamo in vostro aiuto.
   Oliviero si avanzò, retrocesse, fece impennare il cavallo,
   10 fece volgere, infine, morso al cuore dal disonore, si slanciò come aveva fatto Raoul, ma sempre ripetendo :
   — Sono morto ! siamo perduti !
   Frattanto la chiatta discendeva rapidamente, trasportata dalla corrente dell'acque, e si udivano gridare coloro che essa trascinava seco.
   Un uomo coi capelli grigi s'era gettato dalla barca nel fiume e nuotava vigorosamente verso la persona che si annegava, ma discendeva lentamente, perchè doveva risalire
   11 corso dell'acqua.
   Raoul continuava il suo corso e visibilmente si avanzava, ma il cavallo ed il cavaliere, che non abbandonava mai collo sguardo, affondavano visibilmente. Il cavallo non aveva che le nari fuori dell'acqua, ed il cavaliere che ne aveva abbandonato le redini dibattendosi, stendeva le braccia e si. lasciava andare il capo all'indietro. Ancora un minuto e tutto scompariva.
   — Coraggio, — gridò Raoul, — coraggio!
   — È tardi, — mormorò il giovane, — è troppo * t ardi !
   L'acqua gli passò sopra il capo, e gli estinse la voce in bocca. Raoul si slanciò dal suo cavallo, al quale lasciò la cura della propria conservazione, ed in tre o quattro bracciate fu vicino al gentiluomo. Prese tosto il cavallo pei barbazzale e gli sollevò il capo fuori dell'acqua: l'animale allora respirò più liberamente e, come se avesse compreso che si veniva in suo aiuto, raddoppiò i suoi sforzi; Raoul nello stesso tempo prese una mano del giovine e l'avvicinò