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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 23
   © non ho osato elanciarmi neì^ fiume. Invece di aiutare gli eforzi del cavallo, li paralizzai, e stavo per annegarmi, allorché voi giungeste in tempo per trarmi dall' acqua. Quindi, o signore, se non avete nulla in contrario, noi saremo d'ora in poi amici fino alla morte.
   — Signore, — disse Raoul inchinandosi, — vi assicuro che non sono che vostro umile servitore.
   — Io mi chiamo il conte de Guiche, — continuò il cavaliere; — mio padre è il maresciallo di Grammont. Ora che sapete chi sono, mi fareste l'onore di dirmi chi siete?
   — Io sono il visconte di Bragelonne, — rispose Raoul, arrossendo di non poter nominare suo padre, come aveva fatto il conte de Guiche.
   — Visconte, le vostre sembianze, la vostra bontà ed il vostro coraggio m'ispirano per voi simpatia; voi possedete già tutta la mia riconoscenza. Abbracciamoci, vi domando la vostra amicizia.
   —- Signore, — disse Raoul restituendo un abbraccio al conte, -— vi amo già anch'io di tutto cuore; contate dunque su di me come su d'un amico devoto.
   — Ora dove andate voi, visconte? — domandò de Guiche.
   — All'armata di monsignor il principe, conte.
   — Ed io pure, — esclamò il giovine con un trasporto di gioia. — Ah ! tanto meglio, andiamo così a sparare insieme il primo colpo di pistola.
   — Va bene, amatevi, — disse l'aio; — giovani tutti e due, certamente siete guidati dalla stessa stella, e dovete avere gli stessi successi.
   I due giovani sorrisero colla fiducia che dà la giovinezza.
   — Ora, — disse l'aio, — dovete cambiarvi le vesti ; i vostri staffieri, cui diedi gli ordini opportuni nel momento in cui sono usciti dalla chiatta, dovrebbero essere già giunti all'albergo. Le vesti ed il vino riscaldano, venite.
   I giovanetti non avevano a fare alcuna obbiezione a simile proposta; anzi, la trovarono ottima. Rimontarono quindi a cavallo, ossrvandosi ed ammirandosi tutti e due ; erano infatti due eleganti cavalieri, dai modi svelti e disinvolti, dallo sguardo dolce e fiero, dal sorriso astuto e leale.
   De Guiche poteva aver diciott'anni, ma non era più grande di Raoul che ne aveva quindici. Essi si stesero la mano con un movimento spontaneo, e spronando il loro cavallo percorsero l'uno a fianco dell'altro il tragitto dal fiume all'osteria, l'uno trovando buona e ridente quella