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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 47 _
   __Un'antica conoscenza, — rispose Grimaud.
   — Voi?
   XI ferito cercò di rammentarsi i lineamenti di colui che così gli parlava.
   _ In quali circostanze ci siamo incontrati? — gli domandò.
   — Saranno vent'anni; una notte il mio padrone venne a prendervi a Béthune e vi condusse ad Armentières.
   — Sì, vi riconosco, — disse il carnefice, — siete uno dei quattro staffieri.
   ..... Appunto.
   — D'onde venite?
   — Passavo per questa strada; mi sono fermato in quest'albergo per far riposare il mio cavallo. Mi si raccontò che il carnefice di Béthune era qui ferito, allorché mandaste quei due gridi. Al primo siamo accorsi: al secondo abbiamo atterrato la porta.
   — Ed il monaco? — disse il carnefice, — avete visto il monaco ?
   — Qual monaco?
   • — Il monaco ch'era chiuso con me.
   — No, non vi era più ; sembra che sia f uggito da questa finestra.
   — È dunque egli che v'ha colpito ?
   —¦ iSì, — disse il boia.
   Grimaud fece un moto per uscire.
   — Che andate a fare? — chiese il ferito.
   — Bisogna corrergli dietro.
   — Guarda te vene bene !
   — E perchè?
   - Egli si è vendicato e fece bene. Ora spero che Dio mi perdonerà, poiché v'è un'espiazione.
   — Spiegatevi.
   — Quella donna che i vostri padroni e voi m'avete fatto uccidere...
   — Milady ?,
   — Sì, milady, è vero, voi la chiamavate così...
   — Che ha di comune milady col monaco ?
   ~ Era sua madre.
   iJrimaud vacillò ed osservò il moribondo con occhio appannato e quasi inebetito, ripetendo:
   — Sua madre?
   — Sì, sua madre.
   — Ma egli sa dunque il segreto?