- 47 _
__Un'antica conoscenza, — rispose Grimaud.
— Voi?
XI ferito cercò di rammentarsi i lineamenti di colui che così gli parlava.
_ In quali circostanze ci siamo incontrati? — gli domandò.
— Saranno vent'anni; una notte il mio padrone venne a prendervi a Béthune e vi condusse ad Armentières.
— Sì, vi riconosco, — disse il carnefice, — siete uno dei quattro staffieri.
..... Appunto.
— D'onde venite?
— Passavo per questa strada; mi sono fermato in quest'albergo per far riposare il mio cavallo. Mi si raccontò che il carnefice di Béthune era qui ferito, allorché mandaste quei due gridi. Al primo siamo accorsi: al secondo abbiamo atterrato la porta.
— Ed il monaco? — disse il carnefice, — avete visto il monaco ?
— Qual monaco?
• — Il monaco ch'era chiuso con me.
— No, non vi era più ; sembra che sia f uggito da questa finestra.
— È dunque egli che v'ha colpito ?
—¦ iSì, — disse il boia.
Grimaud fece un moto per uscire.
— Che andate a fare? — chiese il ferito.
— Bisogna corrergli dietro.
— Guarda te vene bene !
— E perchè?
- Egli si è vendicato e fece bene. Ora spero che Dio mi perdonerà, poiché v'è un'espiazione.
— Spiegatevi.
— Quella donna che i vostri padroni e voi m'avete fatto uccidere...
— Milady ?,
— Sì, milady, è vero, voi la chiamavate così...
— Che ha di comune milady col monaco ?
~ Era sua madre.
iJrimaud vacillò ed osservò il moribondo con occhio appannato e quasi inebetito, ripetendo:
— Sua madre?
— Sì, sua madre.
— Ma egli sa dunque il segreto?