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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 48 - -
   -— Lo presi per un monaco e gli ho rivelato tutto in confessione.
   — Sciagurato! — esclamò Grimaud al solo pensiero delle conseguenze che poteva portare una simile rivelazione
   — infelice! Spero però che non avrete nominato alcuno?
   — Non ho pronunciato alcun nome, perchè non ne sapevo, eccettuato il nome da ragazza di sua madre, e si fu a questo nome che l'ha riconosciuta : ma sa che suo zio era nel numero dei suoi giudici.
   E ricadde spossato.
   Grimaud volle portargli soccorso e avanzò la mano verso il manico del pugnale.
   — Non mi toccate, — disse il boia; — se mi levate il pugnale, muoio.
   Grimaud restò con la mano tesa, poi d'un tratto picchiandosi la fronte col pugno:
   — Ah, ma se quell'uomo apprende chi sono gli altri, il mio padrone è perduto allora.
   — Affrettatevi, affrettatevi^ — gridò il carnefice, — prevenitelo, avvisate i suoi amici; persuadetevi che la mia morte non sarà lo scioglimento di questa terribile avventura.
   — Dove andava? — chiese Grimaud.
   — Verso Parigi.
   — Chi l'ha fermato?
   — Due giovani gentiluomini che si recavano all'armata, di uno dei quali egli udì pronunciare il nome dal suo compagno : si chiama il visconte di Bragelonne.
   — E fu questo giovine che vi condusse quel monaco ì
   — Sì, — rispose il ferito.
   — Era dunque la volontà di Dio? — diss'egli.
   — Senza dubbio, — disse il ferito.
   — Ah, questa cosa è spaventosa, — mormorò Grimaud ;
   — eppure quella donna si era meritata quella pena. Non è più questo il vostro parere?
   — Al momento della morte si vedono le colpe degli altri molto più minuscole delle proprie.
   E ricadde sfinito, chiudendo gli occhi. Grimaud era esitante tra la pietà che gli vietava di lasciare quell'uomo senza soccorso, ed il timore che gl'imponeva di partire al momento per andar a recare quella notizia al conte de la Fère, quando udì del rumore nel corridoio e vide l'oste che rientrava col chirurgo, che alla fine aveva trovato.