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-— Lo presi per un monaco e gli ho rivelato tutto in confessione.
— Sciagurato! — esclamò Grimaud al solo pensiero delle conseguenze che poteva portare una simile rivelazione
— infelice! Spero però che non avrete nominato alcuno?
— Non ho pronunciato alcun nome, perchè non ne sapevo, eccettuato il nome da ragazza di sua madre, e si fu a questo nome che l'ha riconosciuta : ma sa che suo zio era nel numero dei suoi giudici.
E ricadde spossato.
Grimaud volle portargli soccorso e avanzò la mano verso il manico del pugnale.
— Non mi toccate, — disse il boia; — se mi levate il pugnale, muoio.
Grimaud restò con la mano tesa, poi d'un tratto picchiandosi la fronte col pugno:
— Ah, ma se quell'uomo apprende chi sono gli altri, il mio padrone è perduto allora.
— Affrettatevi, affrettatevi^ — gridò il carnefice, — prevenitelo, avvisate i suoi amici; persuadetevi che la mia morte non sarà lo scioglimento di questa terribile avventura.
— Dove andava? — chiese Grimaud.
— Verso Parigi.
— Chi l'ha fermato?
— Due giovani gentiluomini che si recavano all'armata, di uno dei quali egli udì pronunciare il nome dal suo compagno : si chiama il visconte di Bragelonne.
— E fu questo giovine che vi condusse quel monaco ì
— Sì, — rispose il ferito.
— Era dunque la volontà di Dio? — diss'egli.
— Senza dubbio, — disse il ferito.
— Ah, questa cosa è spaventosa, — mormorò Grimaud ;
— eppure quella donna si era meritata quella pena. Non è più questo il vostro parere?
— Al momento della morte si vedono le colpe degli altri molto più minuscole delle proprie.
E ricadde sfinito, chiudendo gli occhi. Grimaud era esitante tra la pietà che gli vietava di lasciare quell'uomo senza soccorso, ed il timore che gl'imponeva di partire al momento per andar a recare quella notizia al conte de la Fère, quando udì del rumore nel corridoio e vide l'oste che rientrava col chirurgo, che alla fine aveva trovato.