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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 55 - -
   E siccome era la cosa più importante, il principe avrebbe desiderato una risposta netta, precisa e positiva.
   Raoul superò allora il sentimento di naturai timidezza che contro sua volontà provava alla presenza del principe, ed avvicinandosi a lui, gli disse:
   _ Monsignore, mi permetterà di arrischiare 6U questo
   proposito alcune parole che forse lo trarranno dall'imbarazzo ?
   Il principe si volse, e sembrò che con un solo eguardo avviluppasse interamente il giovine- sorrise riconoscendo in lui un fanciullo di appena quindici anni, e gli disse raddolcendo la sua voce breve ed accentata, come se questa volta avesse a rivolgere la parola ad una donna:
   — Certo, parlate, parlate pure, o signore.
   — Monsignore, — rispose Raoul arrossendo, — potrebbe interrogare il prigioniero spagnuolo.
   — Avete fatto un prigioniero spagnuolo? — esclamò il principe.
   — Sì, monsignore.
   — Ah ! è vero, — rispose de Guiche, — me l'ero dimenticato.
   — La cosa è semplicissima, siete voi che l'avete fatto prigioniero, o conte, — disse Raoul sorridendo.
   Il vecchio maresciallo si volse al visconte, riconoscente a quell'elogio fatto a suo figlio, mentre il principe esclamava:
   — Questo giovine ha ragione, che si conduca il prigioniero.
   In quel mentre il principe domandò de Guiche a parte e l'interrogò sul modo con cui aveva catturato quel prigioniero, e gli chiese chi era quel giovine.
   — Signore, — disse il principe ritornando verso Raoul, — so che voi avete una lettera di mia sorella, madama di Longueville, ma veggo che avete preferito a raccomandarvi da voi stesso dandomi un buon consiglio.
   — Monsignore, — rispose Raoul arrossendo, — non ho voluto interrompere Vostra Altezza in un colloquio sì importante come quello che aveva incominciato col signor conte. Ma, ecco la lettera.
   — Benissimo, — disse il principe, — me la darete più tardi. Ecco il prigioniero ; pensiamo al più urgente.
   Infatti condussero il partigiano. Era uno di quei condottieri, come ne restavano ancora a quell'epoca, che vendevano il loro sangue a chi voleva comperarlo, e invecchia-