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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 59 - -
   — Domandate, o scegliete voi stesso nelle mie scuderie quello che vi converrà. Non abbiate alcun riguardo, prendete quel cavallo che vi parrà migliore. Questa 6era forse, o domani, ne avrete bisogno di certo.
   Raoul non se lo fece aire due volte, e sapeva che coi superiori e specialmente quando questi superiori sono principi, la suprema cortesia è di ubbidire senza indugio e senza obiezioni, scese nelle scuderie, scelse un cavallo andaluso di colore isabella, lo insellò, gli pose egli stesso la briglia, poiché Athos gli aveva raccomandato di non affidare quella cura importante ad alcuno, e tornò a raggiungere il principe, che in quel momento montava a cavallo.
   — Ora, o signore, — disse a Raoul, — volete rimettermi la lettera di cui siete latore? State vicino a me. — E soggiunse :
   Il principe si strinse colle gambe al ventre del cavallo, appoggiò la briglia sul rialzo della sella come aveva l'abitudine di faTe, quando voleva aver le mani libere, dissu-gellò la lettera della signora di Longueville e partì al galoppo sulla strada di Lens, accompagnato da Raoul e si-guito dalla piccola scorta; mentre i messaggeri che dovevano richiamare le truppe partivano parimenti a briglia sciolta per opposte direzioni.
   Il principe leggeva trottando.
   — Signore, — diss'egli, — mi si .dice il più gran bene di voi; non ho a ripetervi che una cosa, ed è che dopo quel poco che vidi ed intesi, credo ancora di più di quello che mi si dice.
   Raoul s'inchinò.
   Tuttavia ad ogni passo che la piccola truppa si avanzava verso Lens, rimbombavan più vicini i colpi di cannone. Lo sguardo del principe era rivolto verso quel rumore colla fissazione d'un uccello da preda.
   Si sarebbe detto ch'egli avesse la potenza di attraversare collo sguardo la densa cortina di alberi che si stendevano davanti a lui limitandogli l'orizzonte.
   Di tratto in tratto le narici del principe 6Ì dilatavano, come se avesse avuto fretta di respirare l'odore della polvere, e soffiava come il suo cavallo.
   Infine s'intese i'l cannone tanto vicino ch'era evidente non essere distante più d'una lega dal campo di battaglia. Infatti, alla voltata della strada, si vide il piccolo villaggio d'Aumnay. I contadini erano in grande confusione; erasi diffusa la voce delle crudeltà che commettevano gli Spa-