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scopriva a' 6Uoi occhi da Lene fino a Vismy. In un momento il gran piano di battaglia che doveva l'indomani salvare per la seconda volta la Francia da un'invasione, si svolse nettamente nel suo spirito.
Prese una matita, lacerò una pagina del 6UO libro delle memorie, e scrisse:
« Mio caro maresciallo,
« Fra un'ora Lens 6arà in potere del nemico. Venite a raggiungermi ; conducete con voi tutta l'armata. Io sarò a Vendin per farle prendere posizione. Domani avremo ripreso Lens e il nemico sarà battuto ».
Indi, volgendosi a Raoul, gli disse:
— Andate, signore, partite a spron battuto e rimettete questa lettera al signor di Grammont.
Raoul s'inchinò, prese la carta, discese rapidamente la montagna, si slanciò a cavallo e partì al galoppo.
Un quarto d'ora dopo era dal maresciallo.
Parte della truppa era già arrivata, ed il resto si attendeva da un momento all'altro.
Il maresciallo di Grammont si pose alla testa di tutte le truppe di fanteria e cavalleria che aveva disponibili, e prese la strada di Vendin, lasciando il duca di Chàtillon per attendere e condurre il rimanente.
Tutta l'artiglieria era pronta per partire al momento e si pose in marcia.
Erano le sette della sera allorché il maresciallo giunse al posto convenuto. Il principe lo attendeva. Come l'aveva preveduto, Lens era caduta in potere del nemico quasi subito dopo la partenza di Raoul. Il cessare del cannoneggiamento aveva d'altronde annunziato questo avvenimento.
Si aspettava la notte.
Di mano in mano, che avanzavano le tenebre, arrivavano le truppe mandate dal principe. Si era ordinato che nessun reggimento battesse il tamburo o suonasse la tromba. Alle nove la notte era calata. Un ultimo crepuscolo però chiariva ancora la pianura. Si pose in marcia silenziosamente ; il principe conduceva la colonna. Arrivata al di là d'Au-nay, l'armala scorse Lens; due o tre case erano in fiamme; ed un sordo gemito indicava ai soldati l'agonia d'una città presa d'assalto.
Il principe fissò a ciascuno il suo posto : il maresciallo di
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