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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   successivamente di lettere fitte e serrate. Di quando in quando i due giovani si guardavano sorridendo; essi si comprendevano senza parlare; quelle due creature eleganti e simpatiche erano fatte per intendersi senza parlare.
   Terminate le lettere, ciascuno pose la sua in due buste affinchè niuno potesse leggere il nome della persona a cui era indirizzata, se non lacerando il primo involucro; indi tutti e due si avvicinarono l'uno all'altro e si scambiarono le lettere sorridendo.
   — Se mi accadesse qualche disgrazia, — disse Brage-lonne.
   — Se fossi ucciso, — disse de Guiche.
   — Siate tranquillo, — risposero tutti e due.
   Indi si abbracciarono come due fratelli; ciascuno si avviluppò nel suo mantello, e si addormentarono di quel sonno giovine e grazioso di cui dormono gli uccelli, i fiori ed i fanciulli.
   XXXVIII.
   Un pranzo d'una volta.
   Il secondo abboccamento degli antichi moschettieri non fu pomposo e minaccevole come il primo. Athos aveva giudicato colla sua ragione sempre superiore, che la tavola sarebbe il centro il più rapido ed il più completo di riunione; e nel punto in cui i suoi amici, temendo la sua distinzione e la sua sobrietà, non osavano parlare d'uno di quei buoni pranzi d'una volta goduti tanto alla Pina, quanto al Calvinista, propose per il primo di trovarsi intorno a qualche tavola bene imbandita, e di abbandonarsi senza riserva ciascuno al suo carattere ed alle sue mansioni, abbandono che aveva mantenuta tra loro quella buona intelligenza che altre volte li aveva fatti chiamare col nome di inseparabili.
   La proposta fu gradita a tutti e principalmente a d'Artagnan, il quale era avido di trovare il buon gusto e l'allegria dei trattamenti della sua gioventù ; perchè da molto tempo il suo spirito fine ed allegro non aveva incontrato che soddisfazioni incomplete ed un vile nutrimento,