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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 66 — '
   Bali, domandando se i signori avessero bisogno di qualche
   ° Aveva creduto che si battessero.
   Alfine l'ilarità si calmò.
   _ gì può tartassare un po' il signor di Beaufort, .....
   disse d'Artagnan, — ne ho proprio voglia.
   _ Parlate pure, — disse Aramis, — conoscendo a fondo
   quello spirito guascone sì fiero e bravo che non indietreggiava mai d'un sol passo sopra alcun terreno.
   _ E voi Athos? — domandò d'Artagnan.
   — Vi giuro, parola da gentiluomo, che rideremo se saprete esser buffo, — disse Athos.
   Allora incomincio, — soggiunse d'Artagnan. — 11 signor di Beaufort, discorrendo un giorno con uno degli amici del Principe, gli disse che sulle prime questioni di Mazarino e del Parlamento si era trovato un giorno in contrasto col signor di Chavigny e vedendolo affezionato al nuovo cardinale, egli che per più ragioni era d'accordo coli'antico, l'aveva picchiato come si deve. Quest'amico, sapendo che il signor di Beaufort era leggero di mano, non ne fu sorpreso, e corse a narrarlo al principe. Se ne sparse la voce, ed ecco che ognuno volge il tergo al signor di Chavigny. Questi cerca la spiegazione di quella freddezza generale; si esita a fargliela conoscere; finalmente taluno s'arrischia a dirgli che tutti si stupivano che si fosse lasciato battere dal signor di Beaufort, sebbene sia principe.
   « — E chi disse ch'egli m'abbia battuto? — chiese Cha-vigny ».
   « — Il principe stesso, — rispose l'amico ».
   Si risale alla sorgente, e si trova la persona, alla quale il Principe tenne quel discorso, la quale, invitata sull'onore a dire la verità, lo ripete e lo afferma.
   Chavigny, disperato per una tale calunnia della quale non comprende niente, dichiara ai suoi amici che morirebbe piuttosto che sopportare una simile ingiuria ; perciò manda due testimoni al principe con incarico di chiedergli se è vero che abbia detto d'aver battuto il signor di Chavigny:
   « — Lo dissi e lo ripeto, — rispose il principe, — perchè è la pura verità ».
   « Monsignore, — disse allora uno dei padrini di Chavigny, - permettetemi di dire a Vostra Altezza che dei colpi di bastone dati ad un gentiluomo degradano tanto quello che li dà quanto colui che li riceve. Luigi XIII