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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — éè —
   _ gì }ja mandato anche stamattina a chiedermi se
   avevo degli indizi.
   — Su questi gentiluomini?
   — Sì-
   _ E cosa gli -avete risposto?
   _ Che non ne avevo ancora, ma che pranzavo con due
   persone che potevano darmene.
   __Voi avete detto ciò ? ! — disse Porthos col suo sorriso
   aperto sulla sua grande faccia. — Bravo! e ciò non vi fa paura, Athos ?
   — No, — disse Athos, — non è la ricerca di Mazarino che io temo.
   — Allora, — disse Aramis, — ditemi un poco cosa paventate.
   — Nulla, almeno per ora, è vero.
   — E per il passato? — disse Porthos.
   — Ah, per il passato è un'altra cosa, — disse Athos con un sospiro; — nel passato e nell'avvenire...
   — Forse temete pel vostro giovane Raoul? — domandò Aramis.
   — Bene! — disse d'Artagnan, — ma non si muore mica al primo scontro.
   — Nemmeno al secondo, — disse Aramis.
   — Neanche al terzo, — disse Porthos. — D'altronde quando si è morti si risuscita, e la prova è che siamo qui.
   — No, — disse Athos, — non è Raoul che m'inquieta di più, poiché spero che 6Ì diporterà da gentiluomo e se morirà, morirà da valoroso ; ma badate, se gli accadesse questa disgrazia, ebbene...
   Athos si passò la mano sulla fronte pallida.
   — Ebbene? — domandò Aramis.
   — Ebbene, io considererei tale disgrazia come un'espiazione.
   — Ah, ah, — fece d'Artagnan, — comprendo quel che volete dire.
   — Ed io pure, —- disse Aramis; — ma non bisogna pensare a ciò; il passato è passato.
   — Io non comprendo, — disse Porthos.
   — L'affare d'Armentières, — disse sottovoce d'Artagnan.
   — L'affare d'Armentières?, — domandò costui.
   — Milady...
   — Ah, sì, — disse Porthos, — l'avevo dimenticato.
   Athos lo guardò con occhio scrutatore.