— éè —
_ gì }ja mandato anche stamattina a chiedermi se
avevo degli indizi.
— Su questi gentiluomini?
— Sì-
_ E cosa gli -avete risposto?
_ Che non ne avevo ancora, ma che pranzavo con due
persone che potevano darmene.
__Voi avete detto ciò ? ! — disse Porthos col suo sorriso
aperto sulla sua grande faccia. — Bravo! e ciò non vi fa paura, Athos ?
— No, — disse Athos, — non è la ricerca di Mazarino che io temo.
— Allora, — disse Aramis, — ditemi un poco cosa paventate.
— Nulla, almeno per ora, è vero.
— E per il passato? — disse Porthos.
— Ah, per il passato è un'altra cosa, — disse Athos con un sospiro; — nel passato e nell'avvenire...
— Forse temete pel vostro giovane Raoul? — domandò Aramis.
— Bene! — disse d'Artagnan, — ma non si muore mica al primo scontro.
— Nemmeno al secondo, — disse Aramis.
— Neanche al terzo, — disse Porthos. — D'altronde quando si è morti si risuscita, e la prova è che siamo qui.
— No, — disse Athos, — non è Raoul che m'inquieta di più, poiché spero che 6Ì diporterà da gentiluomo e se morirà, morirà da valoroso ; ma badate, se gli accadesse questa disgrazia, ebbene...
Athos si passò la mano sulla fronte pallida.
— Ebbene? — domandò Aramis.
— Ebbene, io considererei tale disgrazia come un'espiazione.
— Ah, ah, — fece d'Artagnan, — comprendo quel che volete dire.
— Ed io pure, —- disse Aramis; — ma non bisogna pensare a ciò; il passato è passato.
— Io non comprendo, — disse Porthos.
— L'affare d'Armentières, — disse sottovoce d'Artagnan.
— L'affare d'Armentières?, — domandò costui.
— Milady...
— Ah, sì, — disse Porthos, — l'avevo dimenticato.
Athos lo guardò con occhio scrutatore.