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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 213 —.
   devoti cortigiani. Molto al di là della porta scorgevansi le teste di chi, non avendo osato entrare, si alzava sulle punte dei piedi. D'Artagnan vedeva tutto da una apertura praticata nella cortina; nell'uomo che entrò per il primo riconobbe Planchet.
   — Signore, — gli disse la regina che in lui ravvisò il capo di quella banda, — desideraste vedere il re, e v'ho mostrato io stessa mio figlio. Accostatevi, guardate, e dite se vi pare che noi abbiamo l'aria di gente che vuole fuggire.
   — No, oerto, — rispose Planchet un po' stordito dall'inaspettato onore che riceveva.
   — Direte dunque ai miei buoni e fedeli parigini, _ripigliò Anna d'Austria, con un sorriso sull'espressione del quale d'Artagnan non prese abbaglio, — che avete veduto il re addormentato, e la regina che stava anch'ella per andare a letto.
   — Lo dirò, e quanti mi accompagnano lo diranno al pari dime; però... Vostra Maestà mi perdoni, — disse Planchet,
   — ma gli è proprio il re che dorme in quel letto ?
   La regina trasalì.
   — Se v'ha qualcuno fra voi che conosca il re, — diss'ella,
   — s'accosti, e dica se là dorme o no Sua Maestà.
   Un fiomo ravvolto in un mantello entro le cui pieghe nascon deva il volto, s'accostò, e curvandosi sul letto guardò. Per un istante d'Artagnan credette che colui covasse qualche cattivo disegno, e portò la mano alla spada; ma nel movimento fatto abbassandosi, l'uomo dal mantello scoprì una parte del proprio volto, e d'Artagnan riconobbe il Coadiutore.
   — È proprio il re, — disse colui alzandosi. — Dio benedica Sua Maestà!
   — Sì, — ripetè a mezza voce il capo; — sì, Dio benedica Sua Maestà!
   E tutti -coloro che entrarono furiosi, passando dalla collera alla pietà, benedissero a loro volta il fanciullo.
   — Ora, — disse Planchet, — ringraziamo la regina, amici, e ritiriamoci.
   Tutti inchinaronsi ed uscirono poco a poco, senza rumore, come erano entrati.
   Planchet, entrato per primo, uscì per ultimo. La regina lo fermò.
   — Come vi chiamate, amico mio, — gli disse.
   Planchet si voltò meravigliatissimo della domanda.
   — Sì, — disse la regina, mi considero onorata d'avervi