Stai consultando: 'Venti anni dopo (volume 2) ', Alessadro Dumas (padre)

   

Pagina (228/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (228/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 226 —.
   — Ah, dunque, — diss'egli, abbiamo voi il vostro grado ed io la mia baronia ?
   — Andiamo' a cercarne i brevetti, — disse d'Artagnan, — e al nostro ritorno Mazarino li firmerà.
   — E dove andiamo? — domandò Porthos.
   — A Parigi, prima di tutto ; — rispose d'Artagnan, — debbo ordinar qualche faccenda.
   — A Parigi dunque, — disse Porthos. ,
   E tutti due partirono per Parigi. \
   Giunti alle porte, meravigliarono nel vedere l'attitudine
   minacciosa della capitale.
   Intorno ad una carrozza fatta a pezzi, il popolo vociferava dèlie imprecazioni, mentre delle persone che avevano voluto fuggire erano prigioniere; e queste erano un vecchio e due donne.
   Quando al contrario d'Artagnan e Porthos domandarono di passare, fecero loro ogni genere di cortesia. Li presero per disertori del partito del re, e volevano affezionarseli.
   — Cosa fa il re? — domandò qualcuno.
   — Dorme.
   — E la Spagnuola?
   — Medita.
   — E l'Italiano maledetto?
   — Veglia, però tenete duro; perchè se sono partiti, è certo per qualche cosa. Ma siccome in fin dei conti voi 6Ìete i più forti, — continuò d'Artagnan, — non vi accanite contro delle donne e dei vecchi e attenetevi alla lotta coi vostri pari.
   Il popolo udì quella parola con piacere e lasciò andare le donne, che ringraziarono d'Artagnan con uno sguardo eloquente.
   — Ora, avanti! — disse d'Artagnan.
   E continuarono la strada attraversando le barricate, scavalcando catene, spinti, interrogati e interrogando.
   Alla piazza del Palazzo Reale, d'Artagnan vide un sergente che faceva fare esercitazioni a cinque o seicento borghesi: era Planchet che utilizzava a profitto della milizia urbana i suoi ricordi del reggimento di Piemonte.
   Passando davanti a d'Artagnan, riconobbe il suo antico padrone.
   — Buon giorno, signor d'Artagnan, — disse Planchet oo n fare altero.
   — Buon giorno, signor Dulaurier, — rispose d'Artagnan.
   Planchet si fermò di botto, fissando su d'Artagnan i