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— Ah, dunque, — diss'egli, abbiamo voi il vostro grado ed io la mia baronia ?
— Andiamo' a cercarne i brevetti, — disse d'Artagnan, — e al nostro ritorno Mazarino li firmerà.
— E dove andiamo? — domandò Porthos.
— A Parigi, prima di tutto ; — rispose d'Artagnan, — debbo ordinar qualche faccenda.
— A Parigi dunque, — disse Porthos. ,
E tutti due partirono per Parigi. \
Giunti alle porte, meravigliarono nel vedere l'attitudine
minacciosa della capitale.
Intorno ad una carrozza fatta a pezzi, il popolo vociferava dèlie imprecazioni, mentre delle persone che avevano voluto fuggire erano prigioniere; e queste erano un vecchio e due donne.
Quando al contrario d'Artagnan e Porthos domandarono di passare, fecero loro ogni genere di cortesia. Li presero per disertori del partito del re, e volevano affezionarseli.
— Cosa fa il re? — domandò qualcuno.
— Dorme.
— E la Spagnuola?
— Medita.
— E l'Italiano maledetto?
— Veglia, però tenete duro; perchè se sono partiti, è certo per qualche cosa. Ma siccome in fin dei conti voi 6Ìete i più forti, — continuò d'Artagnan, — non vi accanite contro delle donne e dei vecchi e attenetevi alla lotta coi vostri pari.
Il popolo udì quella parola con piacere e lasciò andare le donne, che ringraziarono d'Artagnan con uno sguardo eloquente.
— Ora, avanti! — disse d'Artagnan.
E continuarono la strada attraversando le barricate, scavalcando catene, spinti, interrogati e interrogando.
Alla piazza del Palazzo Reale, d'Artagnan vide un sergente che faceva fare esercitazioni a cinque o seicento borghesi: era Planchet che utilizzava a profitto della milizia urbana i suoi ricordi del reggimento di Piemonte.
Passando davanti a d'Artagnan, riconobbe il suo antico padrone.
— Buon giorno, signor d'Artagnan, — disse Planchet oo n fare altero.
— Buon giorno, signor Dulaurier, — rispose d'Artagnan.
Planchet si fermò di botto, fissando su d'Artagnan i