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suoi grand'occhi sbalorditi; la prima fila vedendo il suo capo dare indietro, si fermò a sua volta, e così di seguito si fermarono tutti.
— Questi borghesi sono terribilmente ridicoli, — disse d'Artagnan a Porthos.
E continuò la sua strada.
Cinque minuti dopo, egli metteva piede a terra all'albergo della Capretta.
La bella Maddalena si precipitò all'incontro di d'Arta gnan.
— Mia cara mamma Torquaine, — disse d'Artagnan, — se avete del danaro, seppellitelo presto; se avete gioielli, nascondeteli subito; se avete dei debitori, fatevi pagare e se avete dei creditori, non li pagate.
— Perchè? — domandò Maddalena.
— Perchè Parigi sarà ridotta in cenere nè più nè meno di Babilonia, di cui avrete senza dubbio udito parlare.
— E mi abbandonate in questo momento ?
— Subito, subito, — disse d'Artagnan.
— E dove andate?
— Ah, se me lo poteste dir voi, mi usereste un gran favore.
— Ah, Dio mio! Dio mio!
— Avete delle lettere per me? — domandò d'Artagnan facendo segno colla mano all'albergatrice che doveva fare a meno di lamentarsi, dato che i lamenti sarebbero stati superflui.
— Ve n'è una che è arrivata or ora.
E diede la lettera a d'Artagnan.
— D'Athos! — esclamò d'Artagnan, riconoscendo i. caratteri fermi e bislunghi del loro amico.
— Ah ? — gridò Porthos, — vediamo un po' che cosa dice.
D'Artagnan aprì il foglio e lesse:
« Caro d'Artagnan, caii' du Vallon, miei buoni amici, riceverete forse mie notizie per l'ultima volta. Aramis ed
10 siamo bene sventurati, ma Dio; il nostro coraggio e
11 ricordo della nostra amicizia ne sostengono. Pensate a Kaoul. Vi raccomando le carte che sono a Blois, e fra due mesi e mezzo, se non ricevete nostre notizie, prendete visione. Abbracciate e riabbracciate il visconte a nome del vostro fedelissimo Athos ».
— Sicuro ! che lo andrò a trovare e lo abbraccerò, giacché è sulla nostra strada, e 6e quel caro giovanetto ha la