— 228 —.
disgrazia di perdere il nostro povero Athos, da quel giorno diventa mio figlio.
— Ed io, — disse Porthos, con enfasi; — io lo faccio mio legatario universale.
— Vediamo che dice ancora Athos.
a Se incontrate per via un tale signor Mordaunt, state in guardia. Non posso dirvi di più nella mia lettera ».
— Mordaunt! — disse meravigliato d'Artagnan.
— Mordaunt, buono! — disse Porthos, — ce ne ricorderemo. Ma, vedete, v'è un poscritto d'Aramis.
— È vero, — disse d'Artagnan, e lesse:
« Vi nascondiamo il luogo del nostro soggiorno', amici cari, conoscendo la vostra affezione e sapendo che verreste a morire con noi ».
— Sacradio ! — interruppe Porthos con un'espressione di collera che fece saltar Mousqueton all'altro lato della stanza, — son dunque in pericolo di morte?
D'Artagnan continuò:
« Athos vi lascia in legato Raoul, ed io una vendettà. Se ponete per caso la mano su di un certo Mordaunt, dite a Porthos di trascinarlo in un canto e torcergli il collo. Non oso dirvi di più in una lettera. Aramis ».
— Se non è che questo è facile accontentarlo.
— Tutt'altro, — disse d'Artagnan in aria cupa, — è impossibile.
— E perchè?
— Andiamo appunto a cercare di questo Mordaunt a BÒulogne, e con lui passiamo in Inghilterra.
— Or bene, se invece di andar a raggiungere Mordaunt, anelassimo a raggiungere i nostri amici? — disse Porthos con un gesto capace di spaventare un esercito.
— Ci ho pensato, — disse il Guascone; — ma la lettera non ha nè bollo, nè data.
— È vero, — disse Porthos.
E si mise ad errare nella camera come un uomo spiritato, gesticolando e traendo ad ogni momento la spada di un buon terzo dal fodero. Quanto a d'Artagnan, se ne dtava ritto come uomo costernato, e la più profonda afflinone gli si dipingeva sul volto.
— Ah, male ! male ! — diceva, — Athos ne insulta : vuol morir solo, male.
Mousqueton, notando quelle due grandi disperazioni, struggevasi in lagrime dal canto suo.
— Animo, — disse d'Artagnan, — tutte queste cose non