Stai consultando: 'Venti anni dopo (volume 2) ', Alessadro Dumas (padre)

   

Pagina (231/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (231/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 229 —.
   approdano a nulla. Partiamo, andiamo ad abbracciar© Raoul al campo; ohi sa che non abbia notizie di Athos.
   — Toh, ho un'idea, — disse Porthos; — davvero, mio caro d'Artagnan, — io non so come fate, ma siete fertile d'idee. Andiamo ad abbracciare Raoul.
   - — Guai a colui che osa guardare di traverso il mio padrone in questo momento, io non darei un denaro per la «ua pelle.
   Saliti a cavallo, partirono.
   Giunti in via S. Dionigi, gli amici trovarono un grande concorso di popolo. Era il signor di Beaufort che arrivava dal Yendomese, e che il Coadiutore mostrava ai Parigini meravigliati e festosi.
   Col signor di Beaufort essi si consideravano ormai invincibili.
   I due amici infilarono una viuzza per non incontrare il principe e raggiunsero la porta S. Dionigi.
   — È vero, — dissero le guardie ai due cavalieri, — ohe il signor di Beaufort è arrivato in Parigi ?
   — Nulla di più vero, — disse d'Artagnan, - e la prova si è che ci manda incontro al signor di Yendòme suo padre, che sta egli pure per arrivare.
   — Evviva monsignor di Beaufort! — esclamarono le guardie.
   E si tirarono da parte rispettosamente per lasciar passare gii inviati del gran principe.
   Una volta fuori della barriera, la via fu divorata da quella gente che non conosceva nè fatica nè scoraggiamento ; i cavalli volavano, ed essi non smettevano di parlare di Athos e d'Aramis.
   Mousqueton soffriva ogni tormento immaginabile, ma l'eccellente servitore si consolava, pensando che i suoi padroni provavano bene maggior sofferenza. Poiché era giunto a considerare d'Artagnan come un suo secondo padrone e gli obbediva più prontamente e più cortesemente che a Porthos.
   II campo era tra Sant'Omer e Lambe; i due amici fecero una giratina sino al campo, e recarono all'esercito la novella della fuga del re e della regina, là giunta alla segreta. Trovarono Raoul vicino alla sua tenda, sdraiato sur un fascio di fieno, di cui il suo cavallo traeva qualche filo furtivamente. Il giovine avea gli occhi rossi e sembrava abbattuto. Il maresciallo di Grammont e il conte di Guiche