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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 231 —.
   — Dove diavolo devo dire che è, perchè non si provi d'andarlo a prendere? — mormorò d'Artagnan.
   — Or dunque, dov'è signore? — domandò Raoul con voce dolce e carezzosa.
   — È a Costantinopoli !
   — Presso i Turchi ! — esclamò Raoul spaventato. — Mio Dio cosa dite mai?
   — Perchè la cosa vi spaventa? — disse d'Artagnan. — Ohibò ! che sono mai i Turchi di fronte a degli uomini come il conte di La Fere e l'abate d'Herblay?
   — Ah! il suo amico è con lui, — disse Raoul, — ciò mi rassicura un poco.
   — Ha dello spirito questo diavolo di d'Artagnan! — disse Porthos molto meravigliato dell'astuzia del suo amico.
   — Ora, — disse' d'Artagnan a cui premeva cambiar discorso, — ecco cinquanta doppie che il signor conte vi invia per mezzo dello stesso corriere. Mi immagino che non abbiate più danaro e che vi siano gradite.
   — Ho ancora venti doppie, signore. *
   — Bene, prendete .anche queste ; così ne avrete settanta.
   — E se ne volete di più... — disse Porthos, mettendo la mano al borsellino.
   — Grazie, — disse Raoul, arrossendo, — mille volte grazie, signore.
   In quel mentre apparve Oliviero.
   — A proposito, — disse d'Artagnan, in modo che lo staffiere lo udisse, — siete contento di Oliviero ?
   — Sì, abbastanza.
   Oliviero finse di non aver inteso ed entrò nella tenda.
   — Cosa avete da rimproverare a quel briccone?
   — È ghiottone, — disse Raoul.
   — Oh, signore! — esclamò Oliviero, comparendo all'udir quell'accusa.
   — È anche un po' ladro.
   — Oh ! signore, oh !
   — Ma in special modo è assai poltrone.
   — Oh ! oh ! oh ! signore, voi mi disonorate, — disse Oliviero.
   — Canchero! — ttisse d'Artagnan, — imparate, mastro Oliviero, che delle persone come noi non vogliono per servi dei pigracci. Rubate al vostro padrone, mangiate i suoi dolci, bevete il suo vino, ma, corpo di Bacco ! non siate poltrone, altrimenti vi taglio le orecchie. Guardate il signor Mouston, ditegli di mostrarvi le ferite onorabili