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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 234 —.
   — Su via, signori, — disse Mordaunt impaziente, — partiamo.
   — Oh, oh, — disse Porthos, — senza cenare? Il signor Cromwell non può aspettare un pochino?
   — Sì, ma io... — rispose Mordaunt.
   — Voi?... Ebbene?
   — Io... ho premura.
   — Oh ! se non è che questo, la cosa non mi riguarda e cenerò col vostro permesso o anche senza il vostro beneplacito.
   Lo sguardo del giovane, di pacato, s'infiammò e parve gettar fulmini, ma si rattenne.
   — Signore, — continuò d'Artagnan, — bisogna scusare due viaggiatori affamati. D'altra parte la nostra cena non farà perdere molto tempo; noi sproneremo fino all'albergo. Andate a piedi sino al porto, mangiamo un bocconcino e giungiamo contemporaneamente a voi.
   — Come vorrete, signore, purché partiamo, — disse Mordaunt.
   — Manco male, — borbottò Porthos.
   — Il nome del bastimento? — domandò d'Artagnan.
   — Lo Standard.
   — Sta bene, fra una mezz'ora saremo a bordo.
   E tutt'e due spronarono i loro cavalli verso l'albergo dello Stemma d'Inghilterra.
   — Che dite di quel giovine? — domandò d'Artagnan correndo.
   — Dico che non mi piace affatto, e che mi sentii un prurito tremendo di mettere in pratica la raccomandazione d'Aramis.
   — Guardatevene bene, mio caro Porthos, quest'uomo è un inviato del generale Cromwell, e vorremmo trovar poca allegra accoglienza, se gli dicessimo di aver torto il collo al suo confidente.
   — È proprio così, — disse Porthos, — io ho sempre notato che Aramis era uomo di ottimi consigli.
   — Ascoltate, — disse d'Artagnan, — quando la nostra ambasciata sarà terminata...
   — Continuate.
   — Se ci riconduce in Francia...
   — Che cosa?
   — Che cosa, vedremo.
   I due amici giunsero all'albergo dello Stemma d'Inghilterra, ove cenarono di grand'appetito e subitamente ritor-