— 234 —.
— Su via, signori, — disse Mordaunt impaziente, — partiamo.
— Oh, oh, — disse Porthos, — senza cenare? Il signor Cromwell non può aspettare un pochino?
— Sì, ma io... — rispose Mordaunt.
— Voi?... Ebbene?
— Io... ho premura.
— Oh ! se non è che questo, la cosa non mi riguarda e cenerò col vostro permesso o anche senza il vostro beneplacito.
Lo sguardo del giovane, di pacato, s'infiammò e parve gettar fulmini, ma si rattenne.
— Signore, — continuò d'Artagnan, — bisogna scusare due viaggiatori affamati. D'altra parte la nostra cena non farà perdere molto tempo; noi sproneremo fino all'albergo. Andate a piedi sino al porto, mangiamo un bocconcino e giungiamo contemporaneamente a voi.
— Come vorrete, signore, purché partiamo, — disse Mordaunt.
— Manco male, — borbottò Porthos.
— Il nome del bastimento? — domandò d'Artagnan.
— Lo Standard.
— Sta bene, fra una mezz'ora saremo a bordo.
E tutt'e due spronarono i loro cavalli verso l'albergo dello Stemma d'Inghilterra.
— Che dite di quel giovine? — domandò d'Artagnan correndo.
— Dico che non mi piace affatto, e che mi sentii un prurito tremendo di mettere in pratica la raccomandazione d'Aramis.
— Guardatevene bene, mio caro Porthos, quest'uomo è un inviato del generale Cromwell, e vorremmo trovar poca allegra accoglienza, se gli dicessimo di aver torto il collo al suo confidente.
— È proprio così, — disse Porthos, — io ho sempre notato che Aramis era uomo di ottimi consigli.
— Ascoltate, — disse d'Artagnan, — quando la nostra ambasciata sarà terminata...
— Continuate.
— Se ci riconduce in Francia...
— Che cosa?
— Che cosa, vedremo.
I due amici giunsero all'albergo dello Stemma d'Inghilterra, ove cenarono di grand'appetito e subitamente ritor-