— 235 —.
na.rono al porto. Un brick stava per mettere alla vela, e sul ponte del brick riconobbero Mordaunt che passeggiava impaziente.
— Cosa incredibile, — diceva d'Artagnan mentre la barca lo conduceva a bordo dello Standard, — cosa meravigliosa, quel giovine assomiglia ad uno che conosco; ma non saprei dire a chi.
Giunsero alla scala, e un momento dopo furono imbarcati.
Ma l'imbarco dei cavalli fu più lungo di quello degli uomini, ed il brigantino non potè levare l'ancora che alle otto di sera.
Il giovane batteva i piedi impaziente e comandava che fossero issate agli alberi tutte le vele.
Porthos, stracco da tre notti senza sonno e da un viaggio di sessanta leghe fatte a cavallo, erasi ritirato nella sua cabina e dormiva.
D'Artagnan, superando la sua ripugnanza per Mordaunt, passeggiava con lui sul ponte, e narrava cento storie per indurlo a parlare. Mousqueton aveva il mal di mare.
LYIII.
Lo Scozzese, spergiuro alla fè,
per un soldo vendette il suo re.
Ed ora bisogna che i nostri lettori lascino tranquillamente vogare lo Standard, non verso Londra, ove d'Artagnan e Porthos credevano recarsi, ma verso Durbam, ove alcune lettere ricevute d'Inghilterra, durante il suo soggiorno a Boulogne, avevano ordinato a Mordaunt di recarsi, e ci seguano al campo realista posto al di qua de la Tyne, vicino alla città di Newcastle.
Là collocate tra due fiumi sulla frontiera di Scozia, ma sul suolo d'Inghilterra, stanno spiegate le tende d'un piccolo esercito. È mezzanotte. Uomini discernibili dalle gambe nude e dalle giubbe corte, dagli screziati mantelli e dai pennacchio de' loro berretti per highlanders, vegliano sbadatamente. La luna, navigando tra grosse nubi, rischiara, ad ogni vano che trova sulla aerea via, gli archibusi delle sentinelle, e fa risaltare le muraglie, i tetti e i campanili della