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ma non per certo un marito ed un padre. Son venuto in nome di vostra moglie e di vostra figlia, e di due altri figli che avete ancora a Londra, e vi dico: Vivete sire: Dio
10 vuole !
Il re s'alzò, strinse la cintola, cinse la spada, e asciugandosi col fazzoletto la fronte madida di sudore:
— Or bene, — diss'egli, — che s'ha da fare?
— Sire, avete in tutto l'esercito un reggimento su cui potete contare?
— De Winter, — disse il re, — credete alla fedeltà del vostro?
— Sire, non sono che uomini; e gli uomini son divenuti, ben deboli o ben cattivi. Credo alla loro fedeltà, ma non me ne faccio garante. Confiderei ad essi la mia vita, ma non mai quella di Vostra Maestà.
— Or bene, — disse Athos, — in mancanza di un reggimento noi siamo tre uomini fedeli, e bastiamo. Che Vostra Maestà salga a cavallo, si collochi in mezzo a noi, attraversiamo la Tyne, giungiamo in Iscozia, e siamo salvi.
— È il vostro parere, de Winter? — domandò re Carlo.
— Sì, Maestà.
— Ed è pure il vostro, signor d'Herblay ?
— Sì, Maestà.
— Si faccia dunque come volete. De Winter, date gli ordini.
De Winter uscì; intanto il re terminò la sua toletta. I primi raggi del giorno cominciavano a farsi strada attraverso le aperture della tenda, quando de Winter entrò.
— Tutto è pronto, sire, — diss'egli.
— E noi? — domandò Athos.
— Grimaud e Blaicors vi tengono i cavalli sellati.
— In tal caso non si perda un istante di tempo e partiamo, — disse Athos.
— Partiamo, — disse il re.
— Sire, — disse Aramis, — Vostra Maestà non avverte i suoi amici ?
— I miei amici, — disse Carlo I scuotendo tristemente
11 capo, — non siete che voi tre. Un amico da vent'anni che non m'ha mai dimenticato ; due amici da otto giorni che non dimenticherò mai più. Venite, signori, venite.
Il re uscì dalla tenda, e trovò effettivamente il suo cavallo pronto. Era un cavallo sauro che montava da tre anni e che gli era molto caro.
Il cavallo vedendolo nitrì dal piacere.