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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 244 —.
   LIX.
   Il Vendicatore.
   Tutti © quattro entrarono nella tenda : non avevano fatto alcun divisamente: bisognava stabilirne uno. Il re si lasciò cader sur una seggiola.
   — Sono perduto, — diss'egli.
   — No, sire, — rispose Athos; — siete solamente tradito.
   Il re emise un profondo sospiro.
   — Tradito! tradito dagli Scozzesi, in mezzo ai quali son nato che ho sempre preferito agli inglesi! Oh, miserabili !
   — Sire, — disse Athos, — non è l'ora di inutili lamenti, ma sibbene di mostrare che siete re e gentiluomo. Alzatevi in piedi, sire, alzatevi! poiché per lo meno avrete vicino tre uomini che non vi tradiranno e potrete star tranquillo. Ah ! se almeno fossimo cinque ! — mormorò Athos pensando a Porthos e a d'Artagnan.
   — Che dite? — domandò Carlo alzandosi.
   — Dico, sire, che non v'è che un mezzo. Milord de Winter garantisce del suo reggimento, o press'a poco: non istiamo a sofisticare ; egli si mette a capo de' suoi uomini, noi a fianco di Vostra Maestà, ci apriamo una breccia nell'esercito di Cromwell, e giungiamo in Iscozia.
   — V'è un altro espediente, — disse Aramis. — Uno di noi prenda l'abito e il cavallo del re. Mentre tutti s'accanirebbero intorno al travestito, il re potrà passare.
   — Il consiglio è buono, — disse Athos, — e se Sua Maestà vuol affidare ad uno di noi questo onore, gliene saremo riconoscentis6Ìmi.
   — Che ne dite di questo parere de Winter ? — domandò il re guardando con ammirazione quei due uomini, la di cui unica preoccupazione era di accumulare sul loro capo i pericoli che li minacciavano.
   — Penso, sire, che se v'ha modo di salvare Vostra Maestà, lo ha proposto adesso il signor d'Herblay. Supplico