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Venti anni dopo (volume 2)
Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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mini, eh© ©i vid© l'uno nell© mani di d'Artagnan, l'altro in qu©ll© di Porthos. — La giornata fu infelice, ma non fu p©r colpa vostra, grazi© a Dio. Dov'è il mio vecchio de Winter ?
I due gentiluomini voltarono il capo e rimasero muti.
— Cerca dov'è Straddford, — disse la voce stridente di Mordaunt.
Carlo trasalì: il demonio aveva colpito giusto. Straddford era il suo eterno rimorso, l'ombra dei suoi giorni, lo spettro delle sue notti.
II re guardò intorno a se e vide un cadavere ai suoi piedi. Era quello di de Winter.
Carlo non mandò un grido, nè versò una lagrima, solo un pallore più livido si diffuse sul suo viso; mise un ginocchio in terra, sollevò il capo di de Winter, lo baciò sulla fronte e ripigliando il nastro dell'ordine di Santo Spirito che gli aveva messo al collo, se lo mise religiosamente al petto.
— De Winter è dunque ucciso? — domandò d'Artagnan, fissando gli occhi sul cadavere.
— Sì, — disse Athos, — e da suo nipote.
— Su via, è il primo di noi che se ne va, — mormorò d'Artagnan ; — dorma in pace, era un prode.
— Carlo Stuard, — disse allora il colonnello del reggimento inglese, avanzandosi verso il re che stava rimettendosi i distintivi della dignità reale, — vi arrendete prigioniero ?
— Colonnello Tomlison, — disse Carlo, — il re non si arrende, l'uomo cede alla forza © nulla più.
— La vostra spada.
Il re trass© la spada © la rupp© sul suo ginocchio. In qu©l momento un cavallo s©nza cavalier©, grondant© di schiuma, l'occhio in fiamm©, 1© narici dilatate, accorse, e riconoscendo il suo padrone, s'arrestò vicino a lui, nitrendo di gioia; era- Arthus.
Il re sorrise, l'accarezzò, e si mise leggermente in sella.
— Animo, signori, — diss'egli, — conducetemi dove volete.
Poi volg©ndosi bruscam©nt©:
— Aspettate, — diss'©gli, — mi sembrò di veder de Winter muoversi ; se vive ancora, per tutto quello che avete di più sacro, non abbandonate questo gentiluomo.
— Oh! state tranquillo, re Carlo, — disse Mordaunt, — la palla gli ha attraversato il cuore.
— Non dite una parola, non fate un gesto, non arri-
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