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_ Impossibile, — disse d'Artagnan; — siamo sotto gli
ordini di Mazarino.
___Lo so, e non insisto più oltre; i miei ragionamenti
non. hanno dato alcun frutto ; bisogna fossero cattivi se non fecero effetto su menti rette còme le vostre.
— D'altra parte, avessero avuto dell'impero, — soggiunse Aramis, -— il miglior consiglio si è di non compromettere due ottimi amici come d'Artagnan e Porthos.
— State tranquilli, signori, vi fanno onore morendo; io poi sento che sfiderei la forca e le palle con voi, Athos, poiché non mi siete mai apparso tanto grande quanto oggi.
D'Artagnan non disse nulla, ma dopo aver finito di rosicchiare quel povero gambo di fiore, si mise a rosicchiare le dita.
— Vi immaginate, — saltò su a dire finalmente, — che v'abbiano da uccidere?
— Per che cosa?
— Chi ha interesse alla vostra morte? d'altra parte siete nostri prigionieri.
— Matto, matto da legare ! — disse Aramis, — non conosci tu dunque Mordaunt? Or bene, non ho scambiato che uno sguardo con lui, e in quello sguardo ho letto la nostra condanna.
— Il fatto si è che mi pento di vero cuore di non averlo strozzato come mi avete consigliato.
— Ed io me ne infischio di Mordaunt ! — esclamò d'Artagnan. Mondo canaglia! se mi solletica troppo da vicino, lo schiaccerò questo verme! Non state dunque a fuggire, è inutile, perchè siete qui sicuri, come l'eravate vent'anni or sono, voi Athos in via Férou e voi Aramis in via Vau-girard.
— Guardate, — disse Athos, stendendo la mano verso le due finestre con ferriata che rischiaravano la camera, — ora saprete subito come regolarvi, perchè — vedete là chi accorre ?
— Chi?
— Mordaunt.
Difatti seguendo la direzione che indicava la mano di Athos, d'Artagnan vide un cavaliere che correva di galoppo. Era Mordaunt. Il Guascone si slanciò fuori della camera.
Porthos volle seguirlo.
— Rimanete, — disse d'Artagnan, — e non venite, se non quando mi udrete battere il tamburo colle dita contro la porta.