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mandato al sergente di far buona guardia, tirò la briglia e disparve.
— Bene, — disse d'Artagnan, — un quarto d'ora per l'andata alla tenda, un quarto d'ora pel ritorno, è più di quei che abbisogna.
Poi, tornando a Porthos, senza che il suo volto esprimesse il menomo cambiamento, sicché quei che lo spiavano non potessero credere che continuasse la conversazione incominciata.
— Amico Porthos, — gli disse guardandolo in faccia, — ascoltatemi bene. Prima di tutto, non una parola ai nostri amici di quanto avete udito; è inutile che sappiano il servizio che loro rendiamo.
— Va bene, — disse Porthos, — comprendo.
— Andrete alla stalla; troverete Mousqueton, sellerete i cavalli, porrete le pistole nella borsa, li farete uscire e li condurrete nel viottolo, sicché non ci sia da far altro che salir loro in groppa; al resto ci penso io.
Porthos non fece la menoma osservazione, e obbedì colla sublime fiducia che aveva nel suo amico.
— Vado; — disse, — ma e debbo entrare nella camera dove sono quei signori?
— No, è inutile.
— Bene, fatemi il piacere di prendermi la mia borsa che ho lasciata sul camino.
— State tranquillo.
Porthos s'incamminò, del suo passo calmo e tranquillo, verso la stalla, e passò in mezzo ai soldati, che non poterono, quantunque fosse francese, fare a meno d'ammirare la sua statura e le sue membra vigorose.
Allo svolto della via incontrò Mousqueton che condusse con sè.
Allora d'Artagnan entrò zufolando un'arietta che aveva cominciata alla partenza di Porthos.
— Mio caro Athos, ho riflettuto ai vostri ragionamenti e mi hanno convinto; mi spiace proprio d'aver messo mano in questa faccenda. Mazarino è un birbone. Sono dunque risoluto a fuggire con voi. Lasciate da parte le riflessioni, e statevi pronti; le vostre due spade possono tornare utilissime. Ciò mi ricorda la borsa di Porthos. Buono! eccola.
E d'Artagnan si mise la borsa in saccoccia. I due amici lo guardarono stupefatti.
— E così? che c'è di sorprendente? — disse d'Arta-