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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 13 — .
   Vai siete il miglior collega che io conosca, d'Artagnan,
   __diss'egli tendendo la mano al Guascone, — ed io sono
   felicissimo d'avervi ritrovato, figlio mio.
   Come si sa, questo era il nome che Athos dava ai suoi compagni nelle sue grandi effusioni del cuore.
   In quel momento Grimaud uscì dalla camera; il ferito era fasciato e stava meglio. I quattro amici presero commiato da lui e domandarono se avesse qualche commissione per suo fratello.
   — Ditegli, — rispose il bravo uomo; — che faccia sapere al re che non mi hanno ammazzato; per poca cosa ch'io sia, son certo che Sua Maestà mi rimpiange e si rimprovera la mia morte.
   — Siate tranquillo, — disse il Guascone, — lo saprà prima di sera.
   La comitiva si mise in via; non c era da sbagliarsi nello scegliere la strada, tracciata visibilmente di mezzo alla pianura.
   In capo a due ore di tacito cammino, d'Artagnan, ch'era a capo, si fermò allo svolto della strada.
   — Ah ! ah ! — diss'egli, — ecco la nostra gente !
   Difatti una brigata considerevole di cavalieri compariva
   una mezza lega più giù.
   — Miei cari amici, — disse d'Artagnan, — date le vostre spade a Mouston, che ve le restituirà a tempo e luogo, e non dimenticate che siete nostri prigionieri.
   Poi pose al trotto i cavalli che cominciavano ad essere stanchi, e raggiunsero tosto la scorta.
   Il Te, messo a capo, circondato da una parte del reggimento del colonnello Harrison, procedeva impassibile, dignitoso sempre e con una specie di buona volontà.
   Scorgendo Athos ed Aramis, ai quali non gli avevano lasciato tempo di dire addio, e leggendo nello sguardo dei gentiluomini ch'egli avea ancora degli amici vicino a sè, quantunque credesse quegli amici prigionieri, le pallide guancie del re si soffusero d'un leggero rossore di gioia.
   D'Artagnan giunse in testa alla colonna, e lasciando gli amici otto la guardia di Porthos, mosse dritto ad Harrison, che infatti lo conobbe per averlo veduto da Cromwell, e lo accolse con tanta cortesia quanto un, uomo della sua condizione e del suo carattere poteva usave verso qualcuno. Accadde proprio come aveva previsto d'Artagnan.
   Il colonnello non aveva e non poteva avere alcun sospetto. Si fermarono: a quella fermata dovea pranzare il