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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 14 — .
   re: ma questa volta furono prese le precauzioni, perchè non tentasse di fuggire. Nella gran camera dell'albergo fu posta una piccola tavola per lui, e una gran tavola pei suoi ufficiali.
   — Pranzate con me? — domandò Harrison a d'Artagnan.
   — Diavolo ! — esclamò il Guascone, — ne avrei un gran piacere; ma ho il mio compagno, il signor du Vallon, e i miei due prigionieri che non posso abbandonare, e che ingombrerebbero la vostra tavola. Ma facciamo di meglio; fate rizzare una tavola in un canto e spediteci quel che vi parrà della vostra, perchè noi corriamo gran rischio di morire di fame. Sarà sempre un pranzare insieme, poiché pranzeremo nella stessa stanza.
   — Sia, — disse Harrison.
   La faccenda fu conchiusa come desiderava d'Artagnan, e quand'egli tornò presso il colonnello, trovò il re alla sua piccola tavola e servito appunto da Parry, Harrison e i suoi ufficiali seduti in comunità, e in un canto i posti riservati per lui e i suoi compagni.
   La tavola a cui sedevano gli ufficiali puritani era tonda, e fosse caso, fosse calcolo villano, Harrison voltava le spalle al re.
   Il re vide entrare i quattro gentiluomini, ma non parve farvi alcuna attenzione. Andarono a sedersi alla tavola loro riservata, e vi si collocarono in modo da non voltar le spalle ad alcuno.
   Aveano dirimpetto la tavola degli ufficiali e quella del re. Harrison, per far onore ai suoi ospiti, mandava loro i migliori piatti. Disgraziatamente pei quattro amici mancava il vino.
   La cosa fu affatto indifferente per Athos, ma d'Artagnan, Porthos ed Aramis facevano le smorfie ogni volta che dovevano inghiottire la birra, che era una bevanda puritana.
   — Parola d'onore, colonnello, siamo ben riconoscenti al vostro grazioso invito, perchè senza di voi correvamo rischio di star senza pranzo, come siamo stati senza colazione, ed osservate, amico mio, il signor du Vallon che condivide la mia riconoscenza, perchè aveva molto appetito.
   — Ho fame ancora, — disse Porthos, inchinandosi al colonnello Harrison.
   — E come vi è accaduta tale disgrazia di non far colazione ! — domandò il colonnello ridendo.