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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — Sonati : io od il signor du Vallon siamo venuti con lui dalla
   Francia.
   — Sembra che l'abbiate fatto attendere molto a Bou-logne.
   — Che volete? — disse d'Artagnan, — ero come voi, avevo un re da custodire.
   — Oh! oh! — disse Groslow, — e quale re?
   — Il nostro, perdinci! il piccolo re, Luigi XIV.
   E d'Artagnan si tolse il cappello. L'Inglese fece altrettanto per deferenza.
   — E quanto tempo l'avete custodito?
   — Tre notti, e in fede mia, me ne ricorderς sempre con piacere di quelle tre notti.
   — Il giovane re θ dunque molto amabile?
   -— Il re! ma se dormiva come un ghiro!
   -— Allora che volete dire?
   — Voglio dire che i miei amici gli ufficiali di guardia ed i moschettieri venivano a tenermi compagnia e che noi passavamo le notti, bevendo e giocando.
   — Ah ! θ vero, — disse l'inglese sospirando, — voi siete allegri compagni, voi altri Francesi!
   — Non giocate anche voi quando siete di guardia?
   — Mai, disse l'inglese.
   — In questo caso dovete molto annoiarvi e vi compiango, — disse d'Artagnan.
   — Il fatto si θ, — riprese l'ufficiale, — che vedo arrivare il mio giro di guardia con terrore. 6i tratta di una lunghissima notte da vegliare.
   — Θ una morte il vegliar soli o con degli stupidi soldati; ma quando si ha un buon compagno di giuoco, quando si fa rotolare l'oro e i dadi sulla tavola, la notte passa come un sogno. Non vi piace il giuoco ?
   — Tutt'altro.
   — Il lanzichenetto, per esempio?
   — Ne vo matto: ne facevo l'elogio tutte le sere in Francia.
   — E da che siete in Inghilterra?
   — Non ho mai tenuto nθ un bossolo per dadi nθ una carta.
   — Vi compiango, — disse d'Artagnan in aria di profonda compassione.
   — Ascoltate, — disse l'inglese, — fate una cosa. Domani sono di guardia.
   — Presso lo Stuart?