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__Sì, —disse Groslow, — ha una bella presenza, e senza
che io lo conosca, mi è molto simpatico.
.— Sarà bene altrimenti, quando lo conoscerete. Ecco, che mi chiama. Scusate, siamo tanto legati tra di noi, che non può stare senza di me. Mi perdonate?
.— Ma diamine !
— A questa sera.
— A casa vostra?
-r- A casa mia.
I due uomini si scambiarono un saluto e d'Artagnan tornò ai suoi compagni.
— Che cosa diavolo avete potuto dire a quel molosso? — domandò Porthos.
— Mio caro, non parlate così del signor Groslow, che è uno dei miei più intimi amici.
— Un vostro amico, — disse Porthos, — quel massacratore di contadini.
— Zitto, mio caro Porthos. Or bene, sì, il signor Groslow è un po' vivace, ma gli ho scoperto delle buone qualità : è stupido e orgoglioso.
Porthos sgranò gli occhi. Athos ed Aramis si guardarono con un sorriso; conoscevano d'Artagnan e sapevano che nulla faceva senza un fine.
— Ma, — continuò d'Artagnan, — prenderete a stimarlo anche voi 'altri.
-— In che modo?
— Ve lo presenterò stasera: viene a giocare con noi.
-— Oh! oh! — disse Porthos, i cui occhi s'illuminarono a quella parola: — è ricco?
— È figlio d'uno dei più grossi negozianti di Londra.
— Conosce il lanzichenetto ?
— Adora quel giuoco.
— La bassotta?
-— Ne va matto.
-— Il biribisso?
— Vi sta studiando su.
— Bene! passeremo una notte felicissima.
— Tanto più ch'egli ci promette una notte migliore.
— Come?
— Se noi- gli apriamo giuoco stasera, egli lo aprirà o noi domani.
— Come?
~ Vi dirò tutto. Pensiamo adesso soltanto ad una cosa ; a ricevere degnamente l'onore che ci offre il signor Groslow.
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