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, • _ va bene, dite al capitano Groslow che ci re-
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C^Poi° uscito il puritano, fu dvato ordine ai servi di sellare otto cavalli e di aspettare, senza separarsi gli uni dagli altri e senza por piede a terra, all'angolo d'una via posta venti passi distante dalla casa ov'era alloggiato il re.
LXVI.
La partita di lanzichenecco 1).
Difatti erano le nove di sera, s'erano cambiate le guardie alle otto, e da un'ora era cominciata la guardia del capitano Groslow. D'Artagnan e Porthos armati delle loro spade, ed Athos ed Aramis, ciascuno con un pugnale nascosto sotto la giacca, s'avanzarono verso la casa che quella sera serviva di prigione a Carlo Stuart. Questi due ultimi seguivano i loro vincitori umili, in apparenza, come prigionieri.
— Parola d'onore, — disse Groslow scorgendoli, — io non contavo quasi più su di voi.
D'Artagnan gli si avvicinò e gli disse sottovoce:
— In fatti noi abbiamo esitato un momento, io ed il signor du Vallon.
— E perchè? — domandò Groslow.
D'Artagnan gli indicò coll'occhio Athos ed Aramis.
— Ah! ah! — disse Groslow, — a causa delle diverse opinioni? poco importa. Al contrario, — aggiunse egli ridendo, — se vogliono vedere il loro Stuart, lo vedranno.
— Passiamo la notte nella camera del re? — domandò d'Artagnan.
— No, ma nell'altra vicina, e siccome la porta rimarrà aperta, sarà appunto come fossimo tutti nella stanza medesima. Avete' con voi del danaro ? Vi dichiaro che noi stasera vogliamo fare un giuoco d'inferno!
— Sentite? — rispose d'Artagnan, facendo suonar l'oro nelle sue tasche.
1) Speoie di gioco d'azzardo che si fa colle carte.