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LXVIII.
Il Processo,
Il dì successivo una guardia numerosa condusse Carlo I dinanzi all'Alta Corte cne doveva giudicarlo. La folla invadeva le contrade e le case vicine al palazzo : e però ai primi passi che mossero i quattro amici, furono fermati dall'ostacolo quasi insuperabile di quel muro vivente; alcuni della plebaglia, nerboruti e attaccabrighe, respinsero Aramis sì aspramente, che Porthos levò il suo pugno formidabile e
10 lasciò cadere sulla faccia d'un fornaio che cambiò tosto di colore e si coprì di sangue come se vi avessero schiacciato sopra un grappolo d'uva matura. La cosa fe' gran rumore, tre uomini vollero lanciarsi su Porthos ; ma Athos ne ributtò uno, d'Artagnan l'altro e Porthos scaraventò il terzo sopra la sua testa. Alcuni inglesi, amatori di pugilato, ammirarono il modo rapido e facile col quale era stata eseguita quella manovra, e batterono le mani. Poco mancò allora che invece d'essere ammazzati come cominciavano a temere Porthos ed i suoi amici, non fossero recati in trionfo; ma i nostri quattro viaggiatori, che temevano di tutto ciò che potesse porli in vista, giunsero là dove poco prima pareva loro impossibile, vale a dire al palazzo.
Tutta Londra ei pigiava alle porte delle tribune; e però quando i quattro amici riuscirono a penetrare in una di esse, trovarono i tre primi banchi occupati. Non era un gran guaio per gente cne desiderava non essere riconosciuta ; presero dunque i loro posti contentissimi di quelli che avevano trovati, ad eccezione di Porthos che voleva sfoggiare
11 suo farsetto rosso e le sue calze verdi e che perciò si lamentava di non essere in prima fila.
I banchi erano disposti ad anfiteatro, e dal loro posto i quattro amici dominavano tutta l'assemblea. Il caso fe' sì che essi fossero entrati appunto nella tribuna di mezzo, e si trovassero in faccia allo scanno preparato per Carlo I.
Verso le undici del mattino, il re comparve sul limitare della sala. Entrò circondato da guardie, ma col cappello