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— Se si vuol castigare, —diss'egli, — l'imprudenza e la leggerezza, questo povero re merita punizione ; ma mi sembra che quella da lui. subita in questo punto sia abbastanza crudele.
— In ogni caso, — soggiunse Aramis, — la. punizione toccherebbe ai ministri e non al re, poiché prima legge della costituzione inglese si è che il re non può sbagliare.
— Per me, — pensava Porthos, guardando Mordaunt, ed occupandosi di lui solo, — se non fosse un disturbare la maestà della situazione, salterei giù dalla tribuna, piomberei in tre salti su Mordaunt e lo strangolerei ; poi lo prenderei per i piedi e ammazzerei tutti quei pessimi moschettieri, che fan la parodia ai moschettieri di Francia. Intanto d'Artagnan, che la sa lunga ed è pieno di risoluzione, troverebbe forse un mezzo per salvare il re. Bisogna che gliene parli.
Quanto ad Athos, colle fiamme al viso, i pugni stretti, le labbra insanguinate dai propri morsi, sbuffava sul suo banco, insofferente di quel continuo insulto parlamentare, di quella lunga pazienza reale, e quel braccio inflessibile, quel cuore fermo s'erano cambiati in un braccio tremante, in un corpo tremante.
In quel momento l'accusatore terminava il suo ufficio con queste parole:
— La presente accusa è portata da noi in nome del popolo inglese.
A quelle parole nacque un mormorio nelle tribune, e una voce, non una voce di donna, ma una voce maschia e furiosa tuonò dietro a d'Artagnan:
— Tu menti, — gridò questa voce, — e nove decimi del popolo inglese inorridiscono a quanto tu dici !
Quella voce era quella d'Athos, che fuor di 60, ritto, colle braccia tese, apostrofava l'accusatore pubblico.
A quell'apostrofe, re, giudici, spettatori, tutti volsero gli occhi verso la tribuna ove stavano i quattro amici. Mordaunt fe' come gli altri e riconobbe il gentiluomo intorno al quale s'erano levati i tre altri francesi pallidi e minacciosi. I suoi occhi fiammeggiarono di gioia: avea trovato coloro alla ricerca ed alla morte dei quali avea consacrato la vita. Con un movimento furioso chiamò presso di se venti dei suoi moschettieri, e mostrando col dito il luogo ov'erano i suoi nemici:
— Fuoco sulla tribuna! — diss'egli.
Ma allora, rapidi come il pensiero, d'Artagnan strin-