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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 47 — .
   e consolanti fisionomie, ma non vide altro se non dei visi inebetiti e timorosi; si sentì allora alle prese coll'odio e la ferocia !
   __Qr — disse il presidente vedendo Carlo risolutissimo a tacersi; — sia pure, noi vi giudicheremo malgrado il vostro silenzio. Siete accusato di tradimento, d'abuso di potere e di assassinio. I testimonii faran fede. Andate, e una prossima seduta vedrà compito quel che ricusate di fare oggi.
   Carlo si alzò, e volgendosi a Parry che vedea pallido col sud or che gli colava dalle tempie:
   — Or bene, mio caro Parry, — diss'egli, —che hai, e chi t'ha fatto agitare?
   — Oh ! sire, — disse Parry colle lagrime agli occhi, e con voce supplichevole, — sire, uscendo dalla sala non guardate alla vostra sinistra.
   — Perchè Parry?
   — Non guardate, ve ne supplico, mio re !
   — Ma cosa diavolo c'è? parla dunque, — disse Carlo, provandosi a guardare attraverso la siepe di guardie che gli stavano dietro.
   — C'è, ma non guardate, sire... che essi han fatto portare sulla tavola l'accetta, colla quale si giustiziano i criminali. Quella vista è orrenda, non guardate sire, ve ne supplico.
   — Gli sciocchi! — disse Carlo, — mi credono dunque un codardo come loro ? hai fatto bene ad avvisarmi, grazie, Parry.
   E siccome era venuto il momento di ritirarsi, il re uscì seguendo le guardie.
   A sinistra della porta infatti brillava, col lugubre riflesso del tappeto rosso sul quale era posata la bianca accetta, dal lungo manico pulito dalla mano del carnefice.
   Giunto di fronte ad essa, Carlo si fermò; e voltandosi con un sorriso:
   — Ah, ah! — diss'egli ridendo, — l'accetta! Spauracchio ingegnoso e molto degno di chi non sa cosa sia un gentiluomo; tu non mi fai paura, accetta del patibolo, — aggiunse, picchiettandola col bastoncino che teneva in mano, — ora ti batto, attendendo pazientemente che tu mi rendi le mie percosse.
   Ed alzando le spalle con disdegno regale, continuò la sua via, lasciando stupefatti coloro che s'erano avvicinati, pigiandosi intorno alla tavola per vedere che atteggiamento